Il calcio nel cuore anche quando si viaggia
Questa la tendenza emersa durante BTS03, la «Borsa del Turismo sportivo e del benessere termale» che anche quest'anno non ha mancato il tradizionale appuntamento a Montecatini Terme, dove si è conclusa ieri la tre giorni dedicata all'incontro tra la domanda e l'offerta del settore. Ma quali sono gli sport che spingono gli italiani a viaggiare? Il calcio, si sa, ce lo abbiamo nel cuore, e non a caso anche nel turismo sportivo il pallone è in testa alle classifiche. Secondo un'indagine del 2002 presentata da Alessandro Cianella, direttore generale di Federalberghi e condotta con l'istituto CIRM, tra i maggiorenni (gli «sportivi» sono il 40 per cento degli italiani), il 28,7 per cento dichiara di praticare il calcio. Subito dietro il nuoto e gli sport acquatici in genere, che negli ultimi anni hanno registrato un successo crescente. Seguono corsa e trekking, sci, palestra, ciclismo, tennis. Fanalino di coda la pallacanestro, con lo 0,5 per cento delle preferenze. Fuori classifica attività come l'equitazione o la pesca sportiva, considerate per lo più dei passatempi occasionali, legati a un certo tipo di vacanza, come l'agriturismo. I maggiorenni che si spostano per fare sport pernottano fuori in media 3,4 volte l'anno, spendendo 310 euro a testa. Diverse le abitudini dei minorenni: gli sportivi qui sono il 23, 8 per cento degli italiani, il 30 per cento dei quali preferisce il calcio, seguito però quasi a pari merito dal nuoto. Al terzo posto a sorpresa la pallacanestro, sport tipicamente giovanile, poi la pallavolo, la danza, il tennis. I giovanissimi passano fuori casa 5 notti l'anno, ma spendono meno: in media 285 euro a testa. Ci sono però anche i tifosi (il 52 per cento degli italiani) che viaggiano per seguire lo sport solo da spettatori. Stavolta al secondo posto, dietro il calcio, si piazza l'automobilismo, che ha conquistato migliaia di appassionati negli ultimi anni grazie ai successi della Ferrari. Il turismo sportivo in Italia alimenta un giro d'affari di 3,8 miliardi di euro. La crisi, è vero, si fa sentire da alcuni anni in tutto il settore, ma proprio la difficoltà spinge molti operatori a rinnovarsi e qualche segno di ripresa già si intravede. Gli italiani che praticano attività sportive tra il 1982 e il 2002 sono passati da 8,3 milioni a circa 27 milioni. Solo diecimila sono però i professionisti, cui si affiancano 6,5 milioni di dilettanti e più di 20 milioni di amatori: sono proprio questi ultimi che approfittano delle vacanze per fare attività fisica.