di GIANLUCA ATTANASIO FIGLIA D'ARTE e stilista.
E ci parla della sua passione per la moda «Mio padre racconta che da bambina passavo il mio tempo a disegnare delle "donnine" racconta Fiore - Le stesse che poi mi divertivo ad abbigliare e ad acconciare. A dieci ho comprato invece il mio primo numero di "Vogue" (versione americana)». Alcuni anni più tardi è partita per gli Stati Uniti... «In un primo momento avrei voluto laurearmi in Economia. Quando ho scoperto che quel tipo di studi non mi interessava affatto, mi sono trasferita a New York e quindi iscritta al "Fashion Institute of Technology", la più vecchia università del mondo". Com'è avvenuto il suo incontro professionale con Fendi? «"Nei primi anni '90 Fendi stava aprendo il suo secondo store, così aveva bisogno di una persona che si sapesse muovere a New York. Dopo tre anni di collaborazione a 360 gradi (ho sfilato, organizzato eventi, etichettato capi di magazzino, ecc.) ho avvertito il bisogno di proporre delle creazioni tutte mie». Come l'ha accolta la stampa specializzata? «A braccia aperte. Ho iniziato a disegnare scarpe ed accessori per un'industria veneta. In seguito, mi sono trasferita in Cina per sette mesi, disegnando e realizzando una nuova collezione. Il lavoro è andato bene sino a quando, a seguito della tragedia dell'11 settembre, il mercato internazionale della moda ha subìto un tracollo». Mi sembra che lei non si sia persa d'animo... «Pur non avendo alcun aggancio, mi sono spostata in Indonesia: qui, nell'arco di sei settimane ho realizzato una collezione che ha ottenuto grandi consensi». La stessa collezione che nei prossimi mesi porterà a Roma? «Sì, prima però voglio mostrarla a rappresentanti e negozianti. I capi (che arriveranno dall'Indonesia tra alcune settimane) sono tutti realizzati in stile optical, anni Sessanta: minigonne, cappellini abbinati all'abito, disegni e tagli geometrici. Organizzerò un evento di presentazione a gennaio 2004, in concomitanza con l'uscita del film di mio padre, «Il Cartaio». Qual è a tuo avviso la carta vincente nei prossimi mesi per l'abbigliamento? «Sicuramente la semplicità!»