Rai e Mediaset sul ring in nome di Primo Carnera
L'ex direttore generale della Tv pubblica, ora alla guida di Rai Fiction ha tenuto banco ieri, a Saint-Vincent, al Premio Telegrolle d'oro, durante un vivace incontro con la stampa, coordinato da Massimo Donelli, direttore di «Sorrisi e Canzoni Tv», la rivista che organizza la manifestazione dedicata alla fiction "made in Italy". L'intervento a Saint-Vincent del gran capo della fiction Rai è stato peraltro oggetto di polemiche considerazioni da parte del direttore di Canale 5, Giovanni Modina, specie nei punti riguardanti la necessità di incrementare il volume di fiction nazionale e sul progetto «Primo Carnera». Saccà, dopo le anteprime Rai di «Orgoglio», con Elena Sofia Ricci, «Augusto il primo imperatore», con Peter O' Toole e Charlotte Rampling, e «Questo amore», con Monica Guerritore ed Enzo De Caro, ha annunciato una trilogia sul pugilato dedicata a tre grandi della boxe italiana, Primo Carnera, Tiberio Mitri e Nino Benvenuti. «La Tv o è cultura popolare o non è - ha dichiarato Saccà - e spetta alla televisione, specialmente attraverso la fiction, sdoganare ciò che nella memoria condivisa fa ancora scandalo. Argomenti come le Foibe e il Futurismo finora non hanno avuto cittadinanza nei racconti di fiction per timore di contrastare il flusso della memoria generale del Paese. Ma la Rai, in quanto editore, e soprattutto in quanto servizio pubblico, deve trovare il coraggio di riannodare questa memoria. È così che sono nati lavori importanti e di grande successo, come "Perlasca" e "La guerra è finita"». E sull'onda di questi successi, Saccà ha annunciato che il filone della fiction anti-tabù proseguirà con produzioni sulle Foibe (Massimo De Rita sta già scrivendo la sceneggiatura di «Il cuore nel pozzo» per la Rizzoli Production), il Futurismo («Voglio mettere in cantiere una fiction su Boccioni per rompere il silenzio sul più importante movimento culturale italiano, giustificato da una presunta contiguità col fascismo», ha detto Saccà) e l'anticonformismo dei giovani (la Rai sta acquistando i diritti del romanzo «Jack Frusciante è uscito dal gruppo»). Saccà ha aggiunto che Raiuno è la «vetrina nazionale» della Storia e del costume del Paese e che in essa gli italiani ripongono la massima fiducia. Inoltre, fra i titoli attuali di fiction degni di entrare nella rosa dei classici televisivi, Saccà ha indicato «Il maresciallo Rocca» e ha elogiato il grande lavoro produttivo di «La meglio gioventù». «Ma per uscire dalla dimensione di artigianato ed avviare quella di industria, la nostra fiction deve aumentare a mille ore di produzione l'anno le attuali 750 ore, magari riducendo le spese degli acquisti dall'estero di film e serial tv. Fiction per aiutare il flusso della memoria generale del Paese, quindi. E la Rai, in quanto editore, e soprattutto in quanto servizio pubblico, deve trovare il coraggio di riannodare questa memoria. È così che sono nati lavori importanti e di grande successo, come "Perlasca" e "La guerra è finita"». Ma in casa Mediaset sono di ben altro avviso. «Non credo proprio che sia possibile aumentare la fiction italiana fino ai livelli indicati da Saccà - ha replicato il direttore di Canale 5, Modina - e per quanto mi riguarda, non saprei davvero dove collocare un surplus di fiction. E poi la nostra azienda ha fatto altre scelte, con impegni decennali verso le majors americane per l'acquisto in esclusiva di film e serial tv». Anche il progetto Carnera divide Rai e Mediaset. «Apprendo con stupore che la Rai pensa a una fiction su Carnera - ha aggiunto Modina - noi ne abbiamo parlato con il produttore Valsecchi che sta preparando la sceneggiatura e ha già l'adesione di Alessandro Gassman». A meno che uno dei contendenti non getti la spugna, è, dunque, possibile che, come per Papa Giovanni e Padre Pio, vedremo un doppio Carnera su Canale 5 e Raiuno.