Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Tredicenne in crisi sullo sfondo di Roma divisa tra snob di destra e di sinistra

default_image

Adolescenti e borghesia visti da Virzì

  • a
  • a
  • a

PAOLO Virzì va in città. Dopo tanta provincia («La bella vita», «Ferie d'agosto», «Ovosodo», «Baci e abbracci») e dopo quell'amena trasferta a New York che è stata «My Name is Tanino». Per farlo si rivolge all'allieva tredicenne di una media, Caterina, appunto, venuta a Roma per seguire il padre, insegnante, che vi è stato trasferito. Un personaggio curioso, questo padre. Velleitario, ora furente ora depresso, in guerra con quanti non riconoscono un suo pseudo talento di scrittore. A fianco ha una moglie che è il suo contrario, timida, remissiva, la casalinga classica di altri tempi. Anche Caterina è molto timida e a scuola, per non saper decidere da sola, finisce per dare la sua adesione a due gruppi contrapposti, capitanato uno dalla figlia snob di un politico salottiero e di destra, dominato l'altro dalla figlia molto impegnata di due intellettuali di sinistra, pronta a partecipare a manifestazioni e a dibattiti nei centri sociali. Virzì, insieme con il suo collaboratore di sempre, Francesco Bruni, attraverso gli occhi di Caterina ci fa guardare a questi due mondi così diversi l'uno dall'altro in cui si distingue oggi a Roma un certo tipo di borghesia; ci fa, attorno, guardare anche a Roma, evocata dalla fotografia suggestiva di Arnaldo Catinari, e naturalmente, dato che è il suo personaggio narrante, ci fa anche guardare alla tredicenne incapace di scegliersi le amicizie (e anche i primi amori), estraniata sempre più dalla famiglia (come tutte le sue coetanee, del resto) e pronta a sciogliere i suoi nodi solo attraverso il canto cui si dedica con molta passione per la musica classica corale. Qualche nodo non riuscirà a scioglierlo, così ci sarà anche un tentativo di fuga, alla fine, però, dato che a fuggire sarà il padre, tutto si ricomporrà in una nuova famiglia, anche se in coro, rifacendosi a Donizetti, si sente cantare «In pace un attimo mai si sta». Forse i molti temi non sempre sono veramente ordinati, le ambizioni di rappresentarci, oltre alle tredicenni di oggi, i diversi spaccati di società che le esprimono, non sono risolte fino in fondo, ma questa nuova commedia di Virzì, con il suo basso continuo di amarezza, può convincere. Grazie anche a Sergio Castellitto e Margherita Buy, i genitori e all'esordiente Alice Teghil, Caterina.

Dai blog