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Rivive Atella, culla del teatro

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I fondi stanziati con un accordo di programma tra Regione Campania e ministero dell'Economia serviranno per avviare una prima campagna di scavi e la conseguente costituzione del Parco archeologico a ridosso del Comune di Sant'Arpino, in provincia di Caserta. Il progetto prevede l'acquisto dei terreni per l'effettuare gli scavi archeologici, il restauro delle strutture emerse e la sistemazione generale dell'area con la realizzazione del percorso di visita all'antica città. Infine, è in programma la costruzione di strutture di servizio e l'allestimento di un Museo del territorio atellano. L'antica città di Atell si estende su un territorio a ridosso di quattro Comuni e per la sua posizione geografica rappresentò nell'antichità un crocevia tra le culture greca, etrusca e sannita che ne influenzarono la struttura urbana e la storia. Abitata dagli Osci, un antico popolo campano, Atella subì l'influenza politica della vicina Capua condividendone le sorti quando nel 313 avanti Cristo venne assoggettata dal potere di Roma durante la campagna per la conquista dell'Ager Campanus. Ma Atella divenne famosa in tutto il mondo antico per un genere teatrale «le fabulae atellanae», di cui c'è memoria con i racconti di Plauto e di Svetonio. Attraverso le fabulae venivano rappresentati vari tipi di personaggi della civiltà contadina di cui sono rimaste note le maschere: alla più famosa, infatti, chiamata «Maccus», gli storici fanno risalire la prima vera rappresentazione del Pulcinella odierno. La costituzione del parco urbano, archeologico e ambientale dell'antica Atella, sostenuto dalla Regione Campania, e voluto dal Comune di Sant'Arpino, punta dunque al recupero totale dei resti di Atella ma anche alla valorizzazione di un ampio territorio a ridosso delle province di Napoli e Caserta segnato da un forte tasso di disoccupazione. «Il recupero della nostra tradizione - ha spiegato il sindaco di Sant'Arpino, Giuseppe Savoia - deve partire proprio dal recupero dei resti di Atella, patria del teatro antico per ridare dignità ad un territorio in difficoltà. Siamo certi - ha aggiunto - che sotto a quel terreno vi siano i resti dell'antico anfiteatro in cui, come spiegano gli storici e lo stesso Cicerone, Virgilio lesse per la prima volta le sue Georgiche alla presenza dell'imperatore Augusto».

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