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Dramma un po' comico firmato Izzo-Tognazzi

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I coniugi Simona e Ricky alla regia hanno chiamato nel cast figli, fratelli e nipoti

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Sono queste le parole che danno l'avvio ed il titolo all'ultimo film di una delle coppie artisticamente più prolifere della nostra cinematografia. Simona Izzo e Ricky Tognazzi (nella foto) tornano dal 31 ottobre nelle sale italiane con una commedia dai toni drammatici, quasi da melodramma, sul rapporto tra due fratelli. «Mi sono subito innamorata del romanzo di Lorenzo Licalzi dal quale abbiamo voluto estrapolare la storia dei due fratelli, dei loro amori e dolori - Spiega Simona Izzo che ha firmato anche la sceneggiatura - C'erano tante coincidenze tra il loro ed il mio percorso di vita. Quasi avessi trovato la mia autobiografia. In defintiva sia io che Ricky veniamo da due «famiglione» larghe, allargate e complicate». Qual è l'elemento più autobiografico? «Il mio rapporto con le mie sorelle, alle quali dedico il film, e quello con i figli che sono l'ossessione e la gioia della vita, perché non ne puoi fare a meno ma ne senti il peso». Da qui la scelta di attori che fanno parte quasi interamente della famiglia, esclusa la bella Ines Sastre: suo figlio Francesco Venditti, suo cognato Gian Marco Tognazzi e Myriam Catania la figlia di sua sorella gemella Rossella? «Era da tempo che pensavo di fare un film con loro. Mentre leggevo il libro mi sono accorta poi che il protagonista aveva lo stesso nome di mio figlio, quasi un segno del destino». Come lo ha scovato? «Me lo ha consigliato Sergio Bini, in arte Bustric, uno dei protagonisti del film tv "Il Papa buono", eravamo in Ungheria dove Ricky dirigeva la storia di Papa Giovanni XXIII. L'ho letto ed ho comprato subito i diritti. Tornando in Italia, dopo alcuni mesi, ho scoperto tra la posta che il libro me lo aveva già inviato da parecchio tempo l'autore». Le riprese sono durate quasi un anno. «Ci siamo dovuti fermare quattro mesi per aspettare Gian Marco che stava terminando la tournée del suo spettacolo teatrale. Abbiamo girato a Milano, Città del Capo, Namibia ed alcuni interni a Roma». Per la prima volta ha firmato la regia con il suo compagno di vita. Qualche difficoltà? «Tutto sommato abbiamo sempre lavorato insieme, anche se in ruoli diversi. L'idea di fare un romanzo insieme è stata anche l'opportunità per coronare la nostra storia d'amore».

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