di GIAN LUIGI RONDI SCACCO PAZZO, di Alessandro Haber, con Alessandro Haber, Monica Scattini, ...
Poiché però ne era stato protagonista Alessandro Haber, adesso, ritornando allo scherzo, non solo ha scritto con lui la sceneggiatura, ma ha avuto la soddisfazione di vedergli curare anche la regia, esordendo dietro alla macchina da presa. La vicenda la si ricorderà. Alla vigilia delle sue nozze Antonio, interpretato anche qui da Haber, vede morire la fidanzata a causa di un incidente provocato dall'auto guidata da suo fratello Valerio, interpretato ora dalla stesso Franceschi. Il trauma è tale che regredisce di colpo a uno stadio infantile piegando il fratello che, uscito incolume dall'incidente, ora si sente colpevole, a tutti i suoi ghiribizzi di... bambino. Gli fa leggere le favole vestito come la loro mamma, per lasciarsi redarguire pretende che si camuffi da papà e qualche volta gli impone una parrucca bionda per farsi tornare davanti la fidanzata defunta. Però Valerio, pur sempre remissivo e addirittura succubo, cerca di fidanzarsi con una donna di cui si è innamorato e se la porta in casa. Sarà un disastro e i due fratelli non tarderanno, di nuovo soli, a ricominciare con i loro «giochi». Spesso quasi macabri. Dal teatro al cinema (dimenticando l'altro film), Haber si è impegnato a non tradire in nulla il testo originale riscrivendolo appunto con l'autore e l'ha trasformato in un «film da camera» in cui è la claustrofobia a dominare. Ritmi serrati sui personaggi, immagini se non proprio buie spesso cupe, degli svolazzi ironici pronti a confluire nel dramma. Con ampi spazi, naturalmente, per la recitazione. Haber, padrone come sempre di psicologie estreme, Franceschi solo umili impacci. Fra loro, l'intrusa, è Monica Scattini. Vitalissima.