Per il patrimonio del Belpaese solo 0,17 del Pil
Questa ricchezza è suddivisa tra vari proprietari. I più «facoltosi» sono i Comuni, che possiedono il 42,1% del patrimonio artistico italiano, poi i privati, 17,2%, lo Stato (13,4%), le università (6%), gli enti pubblici (4,3%), le regioni(2,1) e le provincie (1,9). Questo patrimonio si divide in vari luoghi: 4.144 musei (rappresentano il 12 % di tutti i musei europei), ci sono poi 100 mila tra chiese e cappelle, 40 mila rocche e castelli, 30 mila dimore storiche, 6 mila biblioteche, 4 mila giardini storici, 1.500 antichi conventi e ben 900 centri storici di alta rilevanza artistica. Per il mantenimento di questo grande patrimonio si spende poco (per quest'anno sono previsti 3.150.900 euro) e da vari anni questa spesa è in continua decrescita. Per «mantenere» il patrimonio artistico italiano (luce, gas, telefono, pulizia, nettezza urbana ecc,) tra il '97 e il 2003 ci si è dovuti accontentare di una cifra decurtata del 49 per cento rispetto agli anni precedenti. Il taglio più consistente è stato effettuato tra il 2001 e il 2002 pari al 30 per cento. E il futuro promette un ulteriore taglio del 10 per cento.