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«Non vedo l'ora di stare in Italia»

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L'attore vuole fare il regista nel Belpaese e intanto studia la nostra lingua

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Non solo ha acquistato una villa da sogno sul Lago di Como stabilendone «la mia seconda residenza ufficiale» ma nell'intervista rilasciata per il lancio del suo film «Intolerable cruelty» con Catherine Zeta Jones per la regia dei fratelli Coen, George Clooney non fa altro che parlare della sua esperienza al Festival di Venezia l'estate scorsa. «Il mio cuore batte per l'Italia, guardo perfino le partite di calcio della nazionale azzurra». Il film è stato un immediato successo al botteghino. George Clooney non riesce ancora a capire i motivi del suo inarrestabile successo. Dieci anni fa era un attore sconosciuto. Oggi è considerato il numero uno di Hollywood. «Forse si sono sbagliati. Non esistono numeri uno, il cinema non è come il calcio. Comunque sia, sono contento di essere considerato così bene. E vi garantisco che quando finirò secondo, o terzo, o addirittura ultimo, non me la prenderò poi tanto. La fama, il successo, la ricchezza, non erano tra i miei obiettivi. È piovuto tutto in maniera inaspettata. È stato un colpo di fortuna, alcune coincidenze casuali e l'enorme vuoto che attraversiamo in questo momento». Che cosa intende per «vuoto»? «Penso che se fossi stato attivo cinquant'anni fa quando avevo come concorrenti Marlon Brando, Clark Gable, Montgomery Clift e Kirk Douglas è probabile sarei rimasto un attore di secondo piano». Vuol dire che i suoi colleghi valgono poco? «No. Non vorrei essere interpretato male. C'è un vuoto perché i miti oggi sono legati alla quotidianità e viviamo in un'epoca di caduta dei valori. Sono diventato un divo senza neppure rendermene conto, ma credo di esserlo diventato perché ho l'aria di una persona normale e questo alla gente piace. Nel frattempo mi diverto fin che posso». E a fare questo film con i fratelli Coen si è divertito? «È stata una cosa fantastica. Soprattutto il rapporto con la Zeta Jones è stato esilarante; lei è una simpaticona. E dai fratelli Cen ho imparato molto. Io ho scelto ormai di lavorare soltanto con registi da cui posso imparare». Imparare che cosa? «Il mio obiettivo è la regia. Sto semplicemente aspettando che mi dicano "George le tue azioni sono al ribasso" e allora vado in Europa a fare il regista». Dove? «In Italia. Altrimenti perché mai mi sarei comprato una villa sul Lago di Como? Sto prendendo lezioni d'italiano perché voglio imparare la lingua bene. Il mio futuro è in Italia. La prima volta che sono arrivato mi sembrava finalmente di aver trovato il mio posto». Intanto Clooney sta per arrivare in Scozia per le riprese del suo prossimo film: un thriller sulla vicenda di un reduce del Vietnem accusato ingiustamente di un crimine.

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