Addio al trombonista Fontana

E Carl Fontana con il suo faccione rotondo e allegro, appena giunto dagli Usa, mise sul leggio di quegli straordinari musicisti che formavano quell'Orchestra che la Rai ha poi sciolto per l'incapacità di coniugare cultura e spettacolo, un bel pacco di partiture. I nostri solisti Sergio Fanni, Gianluigi Trovesi, Glauco Masetti, Rudy Migliardi, Sergio Rigon, si buttarono a capofitto su quelle parti e il concerto che ne seguì fu straordinario. Oggi Carl Fontana, non c'è più. È scomparso all'età di 76 anni dopo averne spesi più di 50 nella musica. Aveva debuttato nel 1950 in una delle orchestre più prestigiose dell'epoca, quella di Woody Herman. Lasciato l'inventore dei "greggi" (così Herman aveva battezzato le sue orchestre), Fontana suonò con tutti e da per tutto. Con Al Belletto, anch'egli di origini italiane, poi con Lionel Hampton, Stan Kenton, Benny Goodman, ma anche con la World's Greatest Jazz Band, dimostrando di sapersi integrare in ogni contesto stilistico. Ma la sua versatilità Fontana la dimostrò anche quando divenne direttore musicale di Paul Anka. Il suo virtuosismo era paragonabile a quello di Frank Rosolino. La discografia sia di Rosolino che di Fontana è ricchissima di pagine indimenticabili. Fra le incisioni più rappresentative di quest'ultimo ricordiamo Buck Dance del 1952 con Woody Herman, Jive at Five con Martial Solal del '56, Limelight e Intermission Riff con Stan Kenton rispettivamente del '55 e '56.