di ASSUNTA FATONE ASSIDUO lettore e, spesso, scrittore; appassionato di musica classica ...
Dopo «La meglio gioventù», il film di Marco Tullio Giordana che lo ha consacrato stella del firmamento - e che andrà in onda su Rai Uno a novembre - l'attore si appresta a raccogliere altri trofei. A dicembre, girerà «Cime tempestose», in due puntate, per Rai Uno, mentre è pronto per andare in onda a gennaio, «Vite a perdere», la nuova miniserie, pure in due puntate, diretta da Paolo Bianchi e prodotta per Rai Fiction da Immagine e Cinema, che lo vedrà protagonista, nei panni di "Pino er fornaro". «Un ragazzo delle più povere borgate romane che fa il panettiere e che vorrebbe togliersi il gusto di riscattarsi, per cercare di assurgere al denaro, visto come potere unico - ci racconta Boni - ma poi lui e i suoi compagni si rendono conto che stanno perdendo le loro vite, "vite a perdere", appunto». Che cosa ha provato, nell'interpretare questo ruolo? «Ho riconosciuto la stessa rabbia proletaria venuta fuori da me, che vengo da un paesino di provincia. Solo che io l'ho trasformata in qualcosa di positivo, mentre nella fiction viene deviata in delinquenza». Pensa che anche questa serie tv possa andare a finire al cinema, come è accaduto per «La meglio gioventù»? «È così ritmato, tagliato veloce, che potrebbe essere. Qualcuno lo ha ipotizzato». Intanto, in questi giorni, Boni sta presentando al Festival di New York il film di Giordana che, acquistato dalla Miramax, fa il suo ingresso negli Usa. E l'attore è di nuovo pronto per rimettersi all'opera. «Ora non accetterò più nessun impegno. Devo concentrarmi su "Cime tempestose", che inizierò a girare a dicembre, in Cecoslovacchia». Trasposizione in fiction del romanzo d'amore di Emily Bronte, un classico dell'Ottocento, per la regia di Fabrizio Costa, con Anita Caprioli e Franco Castellano, il nuovo «Cime tempestose» avrà Boni protagonista, nel ruolo di Heathcliff, eroe romantico per eccellenza. «Qui parto da una condizione di zingaro adottato - racconta Boni - poi cresco e mi innamoro di Catherine. È un legame forte che mi fa diventare violento, geloso e che porta alla morte. La morale è che anche in amore ci vuole un equilibrio». Che momento è questo, per lei? «Bello ed equilibrato, dentro di me. Perché mi rendo conto di raggiungere certi obiettivi e constato che la passione che mi ha guidato è stata giusta»" A che cosa aspira nella sua carriera? «A essere domani migliore di quello che sono stato oggi. Più vado avanti, più mi rendo conto che sono mesi di vita quelli che passo sul set, perciò, voglio che siano momenti di qualità. E controllo tutto: il regista, il cast. Non intendo più farmi calpestare». È stato calpestato in passato, quando era meno famoso? «Ho fatto la gavetta, come tutti gli altri».