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di PATRIK PEN QUANDO, negli Anni Cinquanta, il cinema nipponico arrivò in Europa, dopo i ...

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colori sgargianti, giochi complicati ai confini del porno, musiche raffinate. Forse anche per questo motivo, il regista Lucio Gabriele Dolcini ha optato per una chiave interpretativa molto piccante per le mozartiane «Le nozze di Figaro» in scena al Teatro Caio Melisso di Spoleto in procinto di partire, nel giugno 2004 per il Sol Levante, dove visiteranno, oltre Tokyo, i maggiori capoluoghi provinciali. È un impresario privato giapponese che si è accorto della qualità del Teatro Lirico Sperimentale Adriano Belli di Spoleto, una delle pochissime istituzioni europee che avvia alla recitazione ed al canto giovani artisti. A Spoleto, l'ambigua "folle giornata" si gusta - un'occasione unica! - nelle scene dipinte realizzate nell'Ottocento dalla Famiglia Galiani in una ricostruzione dell'inizio del Novecento: adicono che la chicca nasce dalla povertà ossia dall'impossibilità, senza quattrini, di realizzare un allestimento nuovo di zecca e che contenesse gli elementi tradizionali (letto, specchiere, giardino) così cari ai giapponesi. C'è una differenza di fondo rispetto ad altri allestimenti in chiave erotica in cui il fulcro è Cherubino il "farfallone amoroso", "innamorato dell'amor". A Spoleto, invece, il formicolio coinvolge tutti i protagonisti, anche in quanto affidati a cantanti giovani e di bell'aspetto. Non manca il tono femminista e rivoluzionario: il complotto della Contessa e di Susanna perché ciascuno finisca nel letto appropriato. Se il nodo dell'azione ruota attorno a chi-va-a-letto-con-chi al termine della "folle giornata", l'orchestra diretta da Amedeo Monetti diventa frizzante. Nel ruolo del Conte si alternano Rodrigo Esteves e Leonardo Galeazzi; in quello della Contessa, molto buone (anche se con intonazioni differenti) Sofia Mitropoulos e Marcella Orsatti Talamanca; danno voce a Figaro Omar Montanari e Francesco Verna ed a Susanna Luisa Ciriello e Maura Meneghini. Cherubino è, in alternanza, Sarah Biacchi e Vardhui Khachatryan.

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