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di LUIGI DELL'AGLIO CI SI VEDE nella libreria Termini (70 mila titoli, la maggiore di Roma ...

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Tutti luoghi della stazione centrale di Roma, i più frequentati. Qui non si va per partire o per andare altrove ma per incontrarsi e intrattenersi. Nella primavera scorsa, quando il Fai, Fondo ambiente italiano, ha aperto al pubblico splendidi palazzi, la Sala Reale della Stazione Centrale di Milano è stata il monumento più visitato della città e il secondo in Italia. Le stazioni acquistano fascino? L'università La Sapienza di Roma vuole prendere in affitto, per tenervi lezioni, una parte dei locali ancora liberi della Stazione Termini. La Galleria nazionale d'arte moderna vi espone, in un museo permanente, tutte le opere della transavanguardia. Fino a qualche anno fa, le stazioni erano ambienti di estremo degrado, inferni dove la gente - in partenza o di ritorno da un viaggio - transitava a passo veloce e con grande circospezione. Una profonda trasformazione è in atto. Le stazioni cominciano a diventare spazi prestigiosi di arricchimento culturale e di ritrovo. Del resto, in un lontano passato, non erano state il luogo in cui ci si riuniva per avere e scambiarsi le notizie? Chiesa, Comune e stazione formavano il triangolo essenziale per una comunità, fa notare Enrico Aliotti, amministratore delegato di Grandi Stazioni. Questa società del gruppo Ferrovie dello Stato ha il compito di sviluppare al massimo le straordinarie (ma finora sottovalutate o ignorate) potenzialità culturali e sociali dei tredici maggiori scali ferroviari italiani. «Non dobbiamo soltanto restaurare le stazioni e portarle al decoro che meritano; si tratta di operare un cambiamento più sottile, alla radice: restituirle alle città. La stazione, che era ridotta a un non-luogo, ora è una "piazza" e assume il ruolo-chiave che la piazza aveva nella città: era promotrice di fruizione culturale. In quanto piazze, le stazioni non dividono più un quartiere dall'altro; a Roma, la nuova Termini sta operando una ricomposizione del tessuto urbano, tra San Lorenzo e l'Esquilino», osserva Enrico Aliotti. E aggiunge: «Il nostro compito è anche far percepire ai cittadini questo cambiamento». Un'indagine condotta dalla Millward-Brown conferma: la stazione non è più sentita come qualcosa di estraneo ai valori della città. Su 480 mila persone che ogni giorno attraversano la Stazione Termini, il 19%, - cioè più di 90 mila - ci vanno soprattutto nel week end, per soddisfare un interesse o una curiosità culturale o per incontrare altre persone. La stazione attira perché è diventata un palcoscenico quotidiano. Quasi ogni sera un evento offerto gratis. Concerti, musical, attirano molto pubblico. A Termini è arrivato anche un estratto di «Notre Dame de Paris". Con il Festival internazionale «Romapoesia», si sono sentiti nella stazione centrale di Roma i versi della nuova generazione italiana ed europea. A Bologna, è in programma questo mese, per il secondo anno, «Alta voce»: attori che leggono romanzi. Non è da meno lo spettacolo teatrale. Da Termini è andato in onda, per quindici puntate, «Teatrogiornale», trasmissione radiofonica Rai che prendeva spunto da fatti di cronaca. Con la Rai è stato realizzato in diretta anche «Il ruggito del coniglio». Per più di una settimana, ogni anno, il Piccolo Jovinelli si trasferisce a Termini. I visitatori della stazione romana e della Centrale di Milano hanno potuto ammirare «Italian reportage», mostra in cui i maggiori fotoreporter descrivono il cambiamento della società dai primi del '900 a oggi. Tre episodi: la mamma (quella del mondo contadino con i bambini addosso e quella di oggi che digita sul computer, con un bimbo ai piedi); la buona tavola (a Termini il prossimo 22 ottobre); il bacio (questa puntata potrà essere ammirata a Roma dal 21 novembre al 10 dicembre; e a Milano dal 24 ottobre al 16 novembre). La cultura che attecchisce nelle stazioni è formula molto apprezzata anche all'estero. «L'applicheremo alla stazione centrale di Praga» annuncia Enrico Aliotti. Offerte analoghe vengono dalla Germania,

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