Ferragamo provenzale, Dell'Acqua sintetico
Colori tenui e tessuti impalpabili contro il contrasto rosa-nero e i cristalli Swarovski
Ecco quindi in passerella una donna chic, che sceglie colori tenui come il lilla, il verde acqua, slavati dal sole, abbinati al bianco e al beige, sboccianti in fantasie di fiori. Tutto ha un'aria leggera, impalpabile, persino il cardigan di nappa, traforata o lavorata fino a formare ricami. Nel giardino d'inverno appositamente allestito nel parco di uno storico palazzo milanese, sfilano anche giacchine dallo scollo tondo, con revers minimi, blazerini di pelle con ruches di voile, poncho-foulard portati con candidi shorts, pantaloni ampi e bianchi, lavorati a nido d'ape, gonne su cui fioriscono rose di tessuto leggero o a petalo. Gran finale con copricostumi-foulards in voile, fioriti, a tinta unita o degradè. Alessandro Dell'Acqua, invece, era alla ricerca della sua moderna "femme fatale", quando si è reso conto - racconta - che la Monica Vitti dei film di Antonioni e la Kate Moss ultima maniera (madre dall'aria spaurita e presa da nuova gioiosa confusione) avevano qualcosa in comune. A questa inesistente e sintetica icona si è quindi ispirato lo stilista, per una collezione dedicata a una donna che «non ostenta la sua femminilità sexy perchè ha anche altro per la testa, ma è molto sensuale». La sfilata gioca sui toni del cipria e del rosa carne accostati al nero: i vestiti sono leggeri ma doppiati e spesso nascondono dettagli preziosi: i ricami decorano il bordo interno delle giacchine, i cristalli Swarovski si vedono e non si vedono tra due strati di tulle, lo chemisier nero («credo molto nel ritorno di questo capo» dice lo stilista) ha un complesso lavoro a raggiera ma dietro è di semplice seta-fodera. Sottovesti trattenute dai vecchi elastici della biancheria intima, shorts e calzoncini a pagliaccetto, misure minime, ma niente di sfacciato, perfino nell'andatura audace delle modelle sugli altissimi sandali platform preziosamente dorati. R. M.