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«LA COSTITUZIONE DELL'EUROPA» DI WEILER

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Per la formazione di una nuova coscienza della società

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H.H.Weiler: «La Costituzione dell'Europa» (Il Mulino, 640 pagine, euro 40 euro), che riesce ad appassionare il lettore anche ad una materia apparentemente fredda e astratta come il diritto costituzionale. La spiegazione di questo miracolo è in fondo semplice, in quanto l'autore non si limita a elencare norme giuridiche e possibili varianti, ma entra nel cuore storico-politico del problema, affiancando la ricostruzione del percorso comunitario alle radici etiche (problema quanto mai attuale!) e culturali della prossima costruzione, alle sue competenze attuali e future, ai vecchi e ai nuovi maestri a cui guardare, a quanto si perde e a quanto si acquista nel nuovo assetto. Weiler ha dalla sua una esperienza acquisita tra corsi universitari, incarichi governativi e istituzioni comunitarie, conosce i problemi a fondo e questo gli dà una capacità di sintesi e di chiarezza che contribuiscono a condurre il lettore con sorprendente agilità lungo percorsi spesso impegnativi. Il libro si divide fondamentalmente in due parti: una prima dedicata, come dice Weiler, al "fare", e una seconda incentrata sul "riflettere". Il fare riguarda la struttura e i procedimenti interni del sistema politico europeo, la sua dimensione costituzionale insieme al nascente pensiero scientifico specializzato. Insomma i problemi e le alternative su cui troviamo interventi quasi quotidiani dei politici impegnati nella stesura delle nuove regole. Il riflettere riguarda le finalità. Quelle finalità che erano quasi del tutto ovvie per i padri fondatori dell'Europa sulle macerie della guerra, ma che i figli hanno spesso perso di vista nel lungo percorso della costruzione materiale unitaria. Indaga quindi i valori dell'integrazione europea e il dibattito sui suoi ideali. La legittimità della nuova Unione e il grado di democrazia che sarà in condizione di assicurare, indicando la direzione verso cui dovrebbe muoversi un nuovo costituzionalismo europeo. Il rischio, avverte l'autore, consiste nel circoscrivere i processi decisionali, politici e costituzionali, entro la cerchia degli addetti ai lavori, privando la costruzione di una vera partecipazione. L'Europa avrà una vera identità solo se saprà evitare questo pericolo, attingendo alla sua cultura vecchia e nuova e alle risorse della società civile. A cominciare dalla nuova costituzione, che solo così potrà diventare un simbolo catalizzatore di passione civile. Un simbolo che si spera possa trovare a Roma, magari nel nuovo museo dell'Ara Pacis, una sede degna del ruolo destinato a svolgere.

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