L'ATTRICE INTERPRETE DI «PRENDIMI E PORTAMI VIA» DI TONINO ZINGARDI

Tutto questo è poi diventato un film, «Prendimi e portami via», prodotto da Alessandro Verdecchi e distribuito dall'Istituto Luce, da oggi nei cinema. Il racconto di un amore puro tra due bambini, Giampiero un tredicenne del posto e Romana una coetanea rom, che non vivono le differenze culturali ed i condizionamenti che i grandi impongono. A questo si intreccia la storia dei loro genitori e dei drammi sociali che sono costretti a vivere. Protagonisti della pellicola due ottimi attori del nostro cinema. La bella Valeria Golino e Rodolfo Laganà (all'esordio in un ruolo drammatico), nella parte dei genitori del piccolo Giampiero. Nel cast anche Claudio Botosso, Antonino Iuorio, Nino Frassica. Valeria, lei è Luciana, casalinga con la passione della pittura, moglie di un fruttivendolo. Giovane, sensibile. Stretta in un destino che rifiuta, dal quale tenta il riscatto. Il cuore, l'anima del film. Cosa l'ha convinta ad accettare questo ruolo? «L'ho subito amato perchè mi ha intenerito ed irritato mello stesso modo. Mi interessava rappresentare una donna con la voglia di riscatto. Un ruolo decisamente diverso da quelli che ho interpretato fino ad ora, meno infantile». Lei ha lavorato alcune settimane a contatto con la comunità rom, perchè gli zingari che si vedono nella pellicola sono reali. Cosa ha capito di questo popolo? «Sono attori nati. Ossia, hanno una capacità interpretativa sbalorditiva. Questo perchè secondo me sono abituati a rappresentarsi continuamente, in qualche modo a recitare il loro ruolo di zingari. Mi viene da pensare ad esempio a chi negli angoli delle strade chiede l'elemosina, indossando gonne lunghe ed abiti dai forti colori. Un'immagine legata ad un certo stereotipo. Mentre ho notato che nel privato, soprattutto le giovani donne vestono spesso come noi, con jeans e magliette e con tanta voglia di condurre una esistenza diversa, più stanziale ed integrata». La sua recitazione sembra molto naturale, anche in un contesto difficile, come quello della periferia urbena. «La naturalezza è sempre stata una mia prerogativa, in qualche modo la mia forza. Quando ho girato "Storia d'amore" di Maselli avevo 18 anni, e la mia spontaneità era allo stato puro. Anche a Lampedusa in "Respiro" mi sono sentita naturale. Vorrei arrivare però ad una semplicità esteriore con dietro delle precise scelte di attrice. Anche in questo caso ne ho fatte, però sembrano accidentali, volutamente». Prossimo film? «Sto girando una commedia poliziesca francese con Gerard Depardieu». Arrivano proposte più dall'Italia o dall'estero? «Devo dire che le proposte arrivano soprattutto dalla Francia, grazie anche al successo che ha riscosso "Respiro" di Emanuele Crialese».