ESCE IL CD «CHE FANTASTCA STORIA È LA VITA»

Sincero, coraggioso e autobiografico, il cantautore romano si racconta in 8 brani (9 se dovessimo contare la versione estesa di «Che fantastica storia è la vita»). L'amicizia, l'amore e la politica sono i temi che trascritti in musica mettono a segno un disco che trabocca di sentimenti e di ricordi. Ad affiancarlo il sassofonista Gato Barbieri e musicisti del calibro di Derek Wilson, Fabio Pignatelli, Mario Schilirò e il suo amico Francesco De Gregori. «Questo disco è nato con i tempi giusti - racconta Venditti - ed ha come simbolo proprio la canzone che dà il titolo al cd». Di solito gli artisti non si sbilanciano, ma Venditti ritiene che «Che fantastica storia è la vita» sia una delle più belle che abbia scritto. «C'è il mio passato e il mio presente. Sono quattro storie. Ne ho scritte 400, su un muro, prima di selezionarne quattro: la mia, quella di Laura, di un Cristo laico e la storia di Aisha, ispirata al personaggio della canzone di Khaled, una ragazzina in mezzo a un naufragio di una nave che si salva e resta aggrappata ad uno scoglio, unico segno di speranza». In «Io e mio fratello» si rievocano i tempi del Folk studio, quando Venditti e De Gregori duettarono, nell'72, in «Dolce signora che bruci» tratta dal disco «Theorius Campus». «Ritrovarsi dopo tanti anni ed essere sempre disponibili al confronto. Questa è la bellezza della vera amicizia tra me e Francesco - spiega Antonello - gli avevo fatto ascoltare "Che fantastica storia è la vita" e se n'era innamorato. Poi gli ho suonato un altro brano e lui mi ha detto: "Questa la voglio fare io". Gli ho inviato il nastro, ma lui è andato in tour con Daniele, Ron e Mannoia e io non ho più saputo niente di quell'idea. Nel frattempo scherzavamo, lui mi diceva di "non essere geloso se con gli altri ballo il twist". Ed io lo prendevo in giro dicendogli che ormai faceva parte del nuovo Quartetto Cetra. Poi un giorno mi chiama e mi chiede di registrare il giorno dopo: aveva il testo pronto». Punto di forza di questo nuovo capitolo del cantautore si rivela la romantica «Lacrime di pioggia», canzone di affetti e di ricordi che non ci sono più e «Con che cuore», scelta da Leonardo Pieraccioni per la colonna sonora del suo nuovo film la cui uscita è prevista per Natale. Abbandonato il filone introspettivo sui sentimenti, Venditti si concentra su quello politico nei brani «Non c'è male», «Ruba» e «Il sosia». Nel primo fotografa un diffuso stato d'animo dell'adattabilità dell'individuo a qualsiasi cosa; «Ruba», scritta nel 1967 e cantata solo da Mia Martini nel '73 «risente del pacifismo - dice Venditti - dopo un viaggio in Irlanda e l'ho trovata perfetta per i tempi attuali, ora che la guerra è tornata ad essere una condizione prioritaria». Ultima traccia dell'album, «Il sosia» canzone ironica il cui protagonista principale ha la croce e la delizia di somigliare al presidente del consiglio. Questa caratteristica lo porta ad un'insolita professione: il sosia. Si sostituisce in tutto, ma ad una sola cosa dice no... la sua vera fede: il calcio. «Nella vita - conclude Venditti - si può cambiare qualsiasi cosa tutto ma non la fede calcistica».