Oscar, l'urlo senza paura di Salvatores Tratto da un romanzo di Ammaniti batte la concorrenza di Bellocchio, Giordana e Ozpetek
Il bel film del regista napoletano prodotto da Medusa, Cattleya e Colorado, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti e girato tra le desolate terre della Puglia e Basilicata, potrebbe conquistare nuovamente il cuore della esigente giuria a stelle e strisce. La pellicola è stata selezionata da una rosa di buoni titoli che comprendeva anche «L'anima gemella» di Sergio Rubini, «Buongiorno notte» di Marco Bellocchio, «La finestra di fronte» di Ferzan Ozpetek, «La meglio gioventù» di Marco Tullio Giordana, «My name is Tanino» di Paolo Virzì, «Il posto dell'anima» di Riccardo Milani ed il «Trasformista» di Luca Barbareschi. Significative le reazioni alla nomination di Salvatores. Pupi Avati, che tra mille polemiche ha ritirato dalla competizione «Il cuore altrove», usa toni da fair play parlando di «candidatura sensata per un film appoggiato da una forte distribuzione americana ed in grado di restituire ai votanti dell'Academy una immagine dell'Italia che possono riconoscere e trovare attraente». Marco Bellocchio oggi dice che capisce la scelta e pensa che «a rappresentarci ci sia il film di un autore già noto al pubblico americano e già arrivato una volta in fondo alla corsa». Ozpetek, dispiaciuto per l'eleminazione, afferma però «che faremo tutti il tifo per Salvatores». Sullo stesso tono le dichiarazioni di Marco Tullio Giordana che dichiara di credere in «Non ho paura» e che Salvatores «grazie alla sua passata esperienza potrà trarre il partito migliore da una scelta che risponde ad una logica comprensibile». Una decisione serena quella della Giuria del David di Donatello, presieduta da Gian Luigi Rondi, nonostante le polemiche nate nei giorni scorsi circa l'aumento del numero di partecipanti al voto, portato come da regole statutarie a 478 unità, con 112 nuovi giurati. E se il produttore Aurelio De Laurentiis parla di «evidente autolesionismo perché in questo momento di gioia per il cinema italiano, non si fa altro che cercare di smantellare l'immagine positiva che gode all'estero», Giuliano Montaldo, presidente di Rai Cinema torna a parlare del film di Salvatores, definendolo «commovente e non solo italiano. Il tema è accattivante. C'è un sequestro e poi l'argomento universale del coraggio di un bambino che combatte la sua paura. Tanti film italiani sono eccessivamente connotati nazionalmente, perchè ormai sul nostro mercato ci sono sempre meno coproduzioni».