di LIDIA LOMBARDI GIARDINI di cinque paesaggisti europei accanto alle celle dei monaci.
Fiorita, ricchissima, perché nata in terra campana, sotto l'influenza spagnola e poi dei Borboni. Eccola, la Certosa di Padula. Un grande monastero nel Sud del Salernitano, un enorme convento per gli eremiti, ma anche dimora dei «conversi» e luogo di sosta di grandi sovrani, Carlo V per tutti, ai quali, si favoleggia, i religiosi prepararono una frittata di mille e mille uova. Fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e contestabile del reame di Napoli, crebbe nei secoli in magnificenza. E finì la sua parabola nei primi anni dell'Ottocento, quando i francesi invasero il Sud. Qui cacciarono i frati, e depredarono. Un lungo periodo oscuro durato fino al 1982, quando la Certosa fu acquisita dai Beni Culturali. S'avviò allora il restauro. Nel 2002 la riapertura totale al pubblico, che ha coinciso con una singolare iniziativa, a firma di Bonito Oliva: in quelle che una volta erano le celle dei certosini ora ci sono atelier d'artisti e mostre. Ma la suggestione del luogo è tutta legata all'antico. Una sequenza di cappelle, chiostri, scale, ambienti che uniscono sapientamente stucco, marmi, le maioliche che sono ancora il vanto della zona. Il logo della Certosa rinata è la ardita scala che porta alla biblioteca: 38 gradini a chiocciola, l'uno all'altro incardinati, sorretti soltanto dal cordone marmoreo che sale come una serpentina. In fondo al chiostro grande, un'altra scala rimanda alle scenografiche architetture di uno Juvarra o di un Sanfelice. E se la Certosa era luogo di solitudine e meditazione, ti chiedi quanto poi i religiosi potessero vivere di rinunce in tanta ricchezza architettonica e di suppellettili. Assai più «poveri», scarni, i giardini inventati ora dai cinque paesaggisti e in mostra sotto il nome di «Ortus Artis». Uno per tutti, quello dell'olandese West8: attorno ai vecchi pini si erge un cumulo di pigne tanto fitto, e legato da reti di metallo, da trasformarsi in muro. Fuori, il cielo di settembre garrisce. Info: tel. 0975/778608. Dal 30 settembre ad aprile visite guidate su prenotazione