Teocoli: «Agnelli e Prisco, perdonatemi»
Pronto il progetto del suo «one man show» su Mediaset. «Con la Rai parlerò solo in tribunale»
..paradiso. Per la sesta volta protagonista del programma che domani sera ritornerà su Canale 5, in prima serata, Teone trasferisce su una nuvoletta una delle sue celebri caratterizzazioni-culto, l'avvocato Prisco, indimenticato vicepresidente dell'Inter, che battibecca con Gianni Agnelli, idolo del tifo juventino e di tutti i ferraristi. Teocoli, non teme di esporsi a una facile accusa di cinico opportunismo proponendo le caratterizzazioni dei due famosi avvocati che furono? «Quello sketch l'ho fatto con il cuore, spinto solo dall'affetto e dalla voglia di rendere omaggio a due grandi personaggi che, purtroppo non ci sono più e che hanno lasciato un grande vuoto negli sportivi. Quando vado in giro con il mio show teatrale, il pubblico mi chiede continuamente «facci Prisco». E a San Siro non si contano gli striscioni rivolti al grande tifoso nerazzurro, tipo "Prisco facci un gol". Anche l'avvocato Agnelli è sempre presente negli entusiasmi dei tifosi bianconeri e della Ferrari. Perciò ho voluto dare un piccolo contributo al ricordo sempre vivo di questi due grandi personaggi». A proposito di nostalgia, come tifoso milanista eccellente, lei ha ricordato nel recente libro «Che libidine, è pieno! Il mio calcio rossonero» i bei tempi di Rocco e Rivera. «Ero grande amico di Pierino Prati e del grande telecronista Beppe Viola. Erano gli anni dei sogni, del derby di Milano, dell'incontro con Adriano Celentano, delle tasche vuote e del cuore pieno di speranza. Ho scritto il libro con la mia amica giornalista Gabriella Mancini e l'ho dedicato a Cesare Maldini per farmi perdonare la mia imitazione». Dopo «Scherzi a parte» scoccherà finalmente l'ora del suo atteso "one man show", e dove: su Mediaset o sulla Rai? «Pier Silvio Berlusconi insiste perché lo faccia in primavera, ma io non so quante energie e sketch mi resteranno dopo tre mesi di "Scherzi a parte". Comunque, lo farò certamente su Mediaset, perché con la Rai ci parliamo solo attraverso gli avvocati». Ma se volevano affidarle il sabato sera di Raiuno... «Appunto. Avevamo raggiunto l'accordo per una conduzione a due con Paolo Bonolis che, poi, restò a Mediaset. Conclusione: io sono rimasto senza lo show e Bonolis è passato alla Rai. Qualcuno mi deve una spiegazione ma in Tribunale. E dire che per cinque anni ho lavorato per la Tv pubblica con enorme successo e a bassissimo costo, ho persino partecipato gratuitamente a tre Festival di Sanremo. Che fregatura». Ed è a causa di questa lite che in Rai non trasmettono il suo film? «Il film in Rai è stato bloccato, forse a causa della lite, forse, per fare un favore a Mediaset. Sa, in "Bibo per sempre" ho raccontato quello che succede nel mondo delle telepromozioni e a qualcuno, probabilmente, è scocciato un pochino». E con Celentano si è riappacificato? «Ma non c'era stata una vera lite. Non potrei mai rompere con Adriano ,o con Boldi: ci vogliamo troppo bene. Avevo messo una canzone di Celentano nel mio film "Bibo per sempre", come gesto d'amore dopo che avevo partecipato al suo show, su Raiuno, e lui aveva reagito chiedendomi 40 milioni di vecchie lire per i diritti sul brano. Ci ero rimasto male e gliel'ho detto. Comunque, ho pagato ed è finita lì. Gli abbiamo anche preparato uno "scherzo", ma non ha gradito e non ha firmato la liberatoria. Sono certo, però, che verrà quando gli chiederò di partecipare allo show che farò dopo "Scherzi a parte"».