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Avati: «Sento odore di polemiche, addio gara per l'Oscar»

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Pupi Avati (nella foto) annuncia «senza polveroni e veleni», la sua decisione di togliere «Il cuore altrove» dalla corsa per la candidatura all'Oscar. Una decisione che segue le polemiche sull'allargamento della giuria del David di Donatello che devono scegliere il film italiano che potrà concorrere per la nomination. «Anni fa - spiega Avati - fui oggetto di una campagna di stampa poco simpatica per "Il testimone dello sposo", sempre riferita all'Oscar. Immaginare di ripetere adesso quell'esperienza sarebbe un incubo». Avati spiega che a determinare la scelta «è il fatto che io ricopra anche un ruolo all'interno di Cinecittà (il regista è presidente di Cinecittà Holding ndr) e fare illazioni sarebbe molto facile. Un sospetto che non posso permettermi, una scelta di dignità». Il regista si dice contrario all'allargamento della giuria: «Non so davvero come sia venuta questa idea in un torrido fine giugno - dice - una scelta che, mi dicono, non cozza con i regolamenti ma che non mi spiego. È giusto allargare il numero dei votanti, è una scelta che mette al riparo dai rischi di influenzare le decisioni ma è stato curioso il modo in cui è avvenuta. Faccio un passo indietro senza puntare il dito contro nessuno e rimanendo in ottimi rapporti con Rondi». La decisione «irrevocabile» di Avati è stata comunicata con una lettera inviata ieri mattina a Gian Luigi Rondi, presidente dell'Ente David di Donatello, da Antonio Avati, produttore de «Il cuore altrove». Nella lettera il produttore sottolinea «con sommo rammarico» quanto avvenuto «a nostra insaputa e ad insaputa dei più. Necessità che mi sfuggono hanno fatto sì che mesi fa sia stato implementato il numero dei votanti di oltre cento unità senza che la notizia avesse la necessaria visibilità». «Mi spiace moltissimo per la decisione di Pupi Avati di ritirare il suo film dalla corsa alla nomination». Così Gian Luigi Rondi, presidente dell'Ente David di Donatello, ha commentato la rinuncia di Pupi Avati. «La nostra giuria aveva già premiato il suo ultimo film con il riconoscimento per la miglior regia ai David». Ora il favorito alla corsa per l'Oscar resta «Io non ho paura» di Gabriele Salvatores. Ma dopo il forfait di Avati e quello, meno pubblicizzato ma egualmente sorprendente, di Muccino che ha ritirato il suo «Ricordati di me», a insidiare il bel film sul bambino rapito spunta «la meglio gioventù» di Marco Tullo Giordana che gode già di ottima fama negli Stati Uniti oltre alla distribuzione della Miramax, ch ecura anche la pellicola di Salvatores.

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