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di ALESSANDRO GIANNOTTI NEW YORK — Una domanda ricorrente a New York è «Esiste ancora ...

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Ci finisci per caso, ti piace, e dopo qualche giorno ci vorresti tornare, telefoni per prenotare e non risponde nessuno. Decidi, pur dovendo andare dalla parte opposta della città, di farci un salto in taxi e al posto di quel locale che trovavi così carino scopri che hanno aperto un negozio di abiti vintage. Eppure si mangiava così bene. E si spendeva anche poco. Ecco dove stava il problema. Ma in questo tourbillion di chiusure e aperture New York ha due punti fermi. Da Silvano al 260 Sixth Avenue, tra Bleecker e Houston Street (tel. 212-982-2343) è un ristorante toscano e si sa quanto gli americani amino la cucina di questa regione. Il cibo è ottimo, c'è una vasta scelta di vini e per essere uno dei ristoranti più famosi di New York anche la cifra non è esosa, circa $65, vini esclusi. Tra i piatti cult, il branzino alla griglia e l'aragosta alla Catalana, così come il pollo alla diavola, il preferito dalla stilista Diane von Furstenberg, mentre Paul Wilmot opta sempre per la sogliola alla Mugnaia. Dall'altra parte dell'East River ecco il River Cafè - 1 Water Street, Brooklyn (tel. 718-522-5200) - a pochi passi dal Brooklyn Bridge. Mangiare in questo ristorante è un po' come tuffarsi in un film di Woody Allen grazie allo spettacolare panorama su Manhattan che si può ammirare gustando le prelibatezze dello chief Brad Steelman. È consigliato prenotare, possibilmente con qualche giorno in anticipo. Ci sono tre tipi differenti di menù, a prezzo fisso per $70. Tutt'altro genere il nuovo ristorante messicano Zarela, al 953 Second Avenue a pochi passi dalla 50th Street (Tel. 212-664-6740), aperto dallo chief Zarela Martinez. E già in città tutti ne parlano. Una sua particolarità è il menù che ogni due mesi per la durata di una settimana viene dedicato alle cucine regionali di questo stato dell'America Centrale.

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