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CAMPIONI di abbuffata.

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Si chiama Ifoce (International federation of competitive eating). Sede New-York City. Il presidente e il fondatore della Ifoce sostengono che la gara di cibo sia uno sport a tutti gli effetti. L'ambizione per i ciccioni è quella di farne una disciplina olimpica. Chi decide di mettersi alla prova può rivolgersi a loro per reperire uno sponsor. Quest'estate a Coney Island, venti concorrenti (con almeno 18 anni di età e in buona salute) si sono messi dietro a un tavolo per vedere chi riusciva a ingurgitare più cibo. Qualche salsicciotto e del pane nel minor tempo possibile. La medaglia d'oro è andata a un giapponese che ha ingoiato cinquanta hot-dog in neanche quindici minuti. Più o meno l'arco temporale che un uomo normale impiega a fare una salutare colazione. Un vegetariano, invece, ha messo nelle sue fauci tre chili di cavolo. L'amante dei dolci ventuno cannoli in sei minuti. Il più sofisticato ha preferito centosessantotto ostriche. La prossima sfida è prevista ad ottobre, sempre a New York. Il menù? Gelati. L'esempio per tutti sarà l'impresa compiuta un anno fa da un ragazzo e una ragazza che in un appartamento di Boston hanno partecipato al fat-project. Quindici chili in trenta giorni. Come premio tremila euro. La giovane donna non è stata capace di portare a termine l'impresa. L'uomo, originario di Cincinnati, bisognoso di soldi, alla scadenza del quindicesimo giorno, al fine di aggiudicarsi il podio ha ingoiato del sale (per trattenere liquidi) e bevuto tre bottiglie di acqua. In Europa intanto si muove qualcosa. Dalla Francia, Apollaine, la figlia del famoso maestro panettiere Poilane, ha scritto un appello al Papa perché venga cancellata la gola dai sette peccati capitali. Della serie, golosi o ciccioni, ma non peccatori. Agli italiani un primato: i nostri bambini sono i più grassi d'Europa. Per loro, però, non ci sono medaglie. A. L. F.

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