di FAUSTO GIANFRANCESCHI IO SONO uno degli anziani scampati alla strage dell'afa estiva, ...
Invece no. Sulla minaccia crescente del terrorismo internazionale si sovrappongono gli annunci di nuovi disastri. Avete sofferto il caldo? Ora preparatevi ad affrontare alluvioni, smottamenti, straripamenti, che sono imminenti e che saranno devastanti. Sembra che i climatologi godano a spaventarci: non si è mai visto, dicono, niente di simile a quello che sta accadendo alle stagioni, e siamo soltanto all'inizio perché il peggio deve ancora venire (scioglimento dei ghiacciai, sprofondamento delle città costiere sotto i mari, temperatura equatoriale nelle aree ex temperate, terra riarsa e condannata a non dare più frutti, e via con altri cataclismi). Fortunatamente qualche studioso serio spiega che è tutto normale, che fenomeni come quelli odierni si sono già visti in passato. Più difficile è difendersi dal ministro della Sanità Girolamo Sirchia, questo allegrone, specialista della paura. Già mi perseguita con la nerissima scritta «Il fumo uccide» impressa sul mio pacchetto di sigarette, nemmeno fosse una bomba fondamentalista. Ma non è pago, ora se la prende con il nutrimento per avvelenarcelo: sciagurati, mangiate troppo, se continuate così vi dimezzo gli alimenti (i ristoranti sono già stati allertati). E sempre lietamente, il ministro Sirchia allunga lo sguardo per avvertire che se l'influenza di quest'anno non farà troppi danni, quella successiva sarà terribile, specialmente — è naturale — per noi anziani. Non sopporto più questo gusto del malaugurio, che poi non di rado si rivela esagerato. Ricordate la Sars? Sembrava la fine del mondo, Sirchia impazzava felice nel suo elemento, poi si è rapidamente volatizzata. Ora, all'improvviso, torna un caso a Singapore: è poco ed è lontano per suonare le sirene, ma non si sa mai, meglio se specialmente noi anziani non abbassiamo la guardia. Ho l'impressione che avesse ragione Saul Bellow quando, in piena psicosi per il rischio atomico, ammoniva con il titolo di un romanzo indimenticabile: ne uccide di più il crepacuore. Voglio dire che il ministro Sirchia, essendo medico, dovrebbe conoscere e apprezzare il significato di una recente scoperta scientifica. Talvolta la scienza scopre cose che la gente sa da sempre, come in questo caso: a livello molecolare c'è un legame tra il buonumore e la longevità. Il bello è che la ricerca è stata svolta sul moscerino della frutta: anche lui ha ore dritte e storte, allegria e paturnie? Noi lo sapevamo da un pezzo, magari per via rozzamente intuitiva e confortati da tanti proverbi (cuor contento il Ciel lo aiuta), senza inoltrarci nelle molecole dei moscerini; però adesso è sicuro, la scienza ha parlato. Allora Sirchia è un pessimo ministro della Salute perché ci accorcia la vita con la paura e il conseguente cattivo umore. Ma noi anziani, chiamati continuamente in prima linea, resistiamo imperterriti. Forse la vecchiaia è un'età eroica.