Il contributo di sangue mai celebrato
Una delusione tanto più viva per l'affetto profondo che mi lega a Carlo Azeglio Ciampi, nel cui sguardo sereno, nel cui eloquio pacato io riconosco la lunga consuetudine con i testi delle letterature classiche, una consuetudine che è anche la mia, lui compagno di studi universitari, io allievo e poi collega del nostro indimenticabile Scevola Mariotti. Come ho scritto altra volta, recensendo in questo giornale un bel libro di Carlo Mazzantini, io sono «un Balilla che non andò a Salò», perché la fragilità dei miei 14 anni e una grave situazione familiare mi impedirono di continuare, dopo l'8 Settembre 1943, e in una prova tragicamente decisiva, l'opera oscura e modesta da me svolta, nei primi anni della guerra, in difesa degli ideali patriottici e politici nei quali ero stato educato, e nei quali profondamente credevo. Rimase da allora nella mia anima quasi la sensazione di un debito ideale che mi legava ai protagonisti delle vicende che avevano insanguinato l'Italia dopo il 1943, un debito che sentii di dover saldare cercando di ricostruire, attraverso lo studio dei documenti, le testimonianze dirette dei reduci, la letteratura memorialistica, i «giorni di Salò», lo scorrere inesorabile di quei mesi insanguinati, il calvario del crepuscolo terreno di Benito Mussolini, le speranze, le passioni, i sacrifici delle migliaia e migliaia di italiani che, militari o civili si riconoscevano nelle idealità e nei valori della Repubblica Sociale Italiana. Il mio quotidiano colloquio con queste realtà ideali e materiali e con i loro protagonisti mi consente oggi di riaffermare essere stato, alla base delle loro scelte, del loro agire, del loro sovente estremo sacrificio, un profondo amore per la nostra Patria. Àncora sicura in quel momento di smarrimento e di crisi delle coscienze che fu l'8 Settembre 1943, lo stesso amor di Patria che animò i combattenti militari e civili di Porta San Paolo. Sa il Presidente Ciampi che il colonnello Solinas, comandante dei Granatieri di Sardegna battutosi eroicamente a Porta San Paolo, aderì fra i primi all'esercito della Repubblica Sociale Italiana!