Caos Sanremo: la Fimi va via, Renis non si fida
E sarebbe il definitivo siluro a una barca che non va da troppo tempo, dagli ascolti a picco dell'edizione 2002 allo scandalo delle mazzette per far partecipare i giovani dell'Accademia, fino all'altalena di nomi per la conduzione artistica: via Baudo, arriva Dalla-Ballandi (come volevano alcuni cronisti affamati di scoop) poi no, è l'ora di Renis. Ecco, Renis appunto. Lì lì per firmare, secondo le notizie di inizio giornata, avallate dal direttore di RaiUno, Del Noce. Ma poi, secco, il suo avvocato, Giorgio Assumma: «Siamo ancora in fase di trattativa, nel contratto vogliamo garanzie per una nuova strutturazione del Festival. È la condizione essenziale affinché egli possa assumere l'incarico. E comunque Renis auspica che in tempi brevissimi la trattaviva possa trovare positiva conclusione». Insomma, il divo di «Quando quando quando», che oltreoceano è diventato un nome di spicco nel ruolo di produttore, sembra in questa fase non fidarsi fino in fondo delle promesse di Raiuno. Alla Fimi Renis, dopo un periodo di diffidenza, può pure andare bene. Quanto al forfait nell'edizione del 2004, pare minaccia eccessiva, un urlaccio destinato a ricacciarsi in gola. Perché Sanremo è Sanremo, una vetrina per la musica leggera insostituibile, specie in mancanza di trasmissioni dedicate alla discografia nei palinsesti tv. E però il direttivo della Federazione - che riunisce 96 aziende del settore tra cui le major - ha inviato al direttore generale di Viale Mazzini, Flavio Cattaneo, una lettera «che chiude ogni ipotesi di trattativa», come annunciato da Enzo Mazza, al vertice della Fimi. All'origine della decisione «irrevocabile» la questione dei contributi alle aziende della passata edizione ma, soprattutto, «la constatazione della situazione ormai gravissima del mercato mondiale. Non è più possibile navigare a vista. O ci sono credibilità e certezze sugli eventi o non è più pensabile continuare a perdere soldi. E Sanremo non ha più dato, e non potrà sicuramente dare nel 2004, la garanzia di invertire la tendenza. Il Festival non fa vendere dischi e per le industrie discografiche rappresenta soltanto una perdita di denaro. Situazione non risolvibile per il 2004. Alla Rai abbiamo ribadito la nostra disponibilità a discutere per l'edizione 2005». Viale Mazzini definisce «immotivato» l'atteggiamento della Fimi e ricorda le proposte avanzate ai discografici, ad esempio la sostituzione del Dopofestival con «un programma di approfondimento dedicato alle problematiche del mondo discografico», sul modello di «Porta a porta». E rilancia la lettera inviata alla Fimi il 7 agosto scorso dal Direttore generale Cattaneo: nella quale si toccava direttamente il nocciolo della contesa, dando assicurazione dell'«assolvimento» da parte della Rai degli impegni economici pregressi sia per la quota spettante direttamente a Rai sia per la quota dovuta dal Comune di Sanremo e della disponibilità a concordare preventivamente i contributi da riconoscere all'industria discografica per le future edizioni del Festival di Sanremo. Insomma, Viale Mazzini pronto a versare agli industriali del disco i soldi dovuti. E impegnata anche a scegliere «un Direttore Artistico con caratteristiche di capacità e competenza nel mondo dello spettacolo e della musica». Ma che sia Renis è ancora tutto da vedere.