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Montaldo: «No alla poltrona di De Hadeln»

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Dopo lo sdegno dell'amministratore delegato di Rai cinema Giancarlo Leone, che ha promesso di non portare più i suoi film al Lido, si fa sempre più strada l'ipotesi di affidare la direzione della Mostra a un italiano, esautorando l'"apolide" Moritz de Hadlen. Ma in questo momento nessuno sembra ambire a sostituirlo. L'attuale presidente di Rai Cinema Giuliano Montaldo, considerato il candidato numero uno alla direzione, ha dichiarato che la cosa non gli interessa:«In passato sono stato contattato per il ruolo di direttore, ma già all'epoca risposi di no perchè non mi sento competente né stimolato verso un incarico del genere, anche se tra gli ex direttori, la Mostra di Venezia annovera due colleghi illustri come Carlo Lizzani e Gillo Pontecorvo, che hanno fatto molto bene quel lavoro», aggiungendo che preferisce tornare a fare film: «Non ne parlo perché sarebbe conflitto di interessi, ma i progetti già ci sono». Montaldo, che alla poltrona di presidente di Rai Cinema ha già un successore designato in Franco Iseppi, ha ricordato i "dolori" di sabato scorso a Venezia: «Impossibile dimenticare tanto rapidamente l'amarezza di quel giorno. Tra gli applausi del pubblico c'era palpabile la nostra delusione. Per carità, Monicelli non lo accuso, è difficile fare il presidente di giuria, vedere tanti film, però quasi mai si è usciti da Venezia con due leoni, d'oro e del futuro quale migliore opera prima, come è accaduto al pur bello film russo "Il ritorno"». Montaldo giustifica poi l'accesa reazione di Giancarlo Leone: «Lui il film di Bellocchio lo ha amato veramente tanto». Leone infatti, figlio del Presidente della Repubblica che si trovò ad affrontare il caso Moro, si sente personalmente coinvolto nel destino del film «Buongiorno, notte»: suo padre, scomparso di due anni fa, era non solo favorevole alla trattativa con i brigatisti per salvare Moro, ma addirittura era pronto a firmare la grazia per la brigatista detenuta Paola Besuschio, poi prevalse la linea dura. Nella polemica si alza anche la voce di Marina Cicogna, ex presidente di Italia Cinema, che rettifica un'intervista apparsa ieri su un quotidiano romano: «A Venezia de Hadeln non è imputabile del mancato Leone d'oro a "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio», dice, e precisa che «Non c'è alcun rapporto tra le mie dimissioni dalla Presidenza stessa ed il mancato risultato conseguito dall'unico film italiano in concorso all'ultimo Festival di Cannes, "Il cuore altrove" di Pupi Avati. Avrei a quel punto perso la presidenza dopo Berlino, dove "Io non ho paura" di Salvatores non è stato premiato. Ci stiamo dimenticando che chi dà premi sono le giurie. La ristrutturazione in atto di tutto il sistema "cinema" è l'unico motivo della mia, spero temporanea, sostituzione».

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