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MERCOLEDÌ CONCERTO GRATUITO A ROMA DEL COCA COLA LIVE@MTV

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Piazza S. Giovanni, finisce l'era dei live «politici»Tra molti complessi alla ribalta protagonista sarà Skin nel suo debutto come solista

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Merito di una multinazionale che ha convinto alcuni musicisti a salire su di un palco fino a ieri appannaggio del movimento giovanile. Mercoledì sera, superate le proteste degli abitanti del quartiere, arriva in Piazza San Giovanni il concerto gratuito del Coca Cola Live@Mtv, maratona musicale condotta dai vj Enrico Silvestrin e Paola Maugeri. L'evento, che dopo il Cornetto Free Music Live o l'Heineken Jammin Festival, è l'ennesimo ormai di una serie di connubi tra musica e pubblicità, sarà trasmesso in diretta sul canale videomusicale per antonomasia. Che il rock non fosse più l'espressione delle istanze giovanili lo sapevamo già. Ma da qui a sconfessare la memoria di un palco che comunque ha avuto momenti di straordinaria aggregazione ci passa. Hanno aderito al progetto: Skin, Placebo, Articolo 31 e Marlene Kuntz, artisti particolari, dotati di un forte appeal e in grado di evocare, ciascuno con le proprie caratterizzazioni, un preciso aspetto dell'immaginario rock. Star della serata sarà sicuramente Skin, alla prima prova solista dopo una fortunata carriera come leader degli Skunk Anansie. Con le sue tipiche movenze feline, Skin presenterà i brani dell'album «Fleshwound», che in italiano vuol dire «ferite della carne». L'artista inglese ritroverà il gruppo cuneese dei Marlene Kuntz con cui ha collaborato in occasione dell'album «Che cosa vedi», duettando nel brano «La canzone che scrivo per te». Giunta al quinto album, invece, la band formata da Cristiano Godano (voce e chitarra), Riccardo Tesio (chitarra), Dan Solo (basso) e Luca Bergia (batteria), si ammanta di suggestioni berlinesi e chagalliane nei brani di «Senza peso». Veterani del palco romano, gli Articolo 31 sono da tempo gli alfieri del rap di casa nostra con brani simbolo già premiati dal pubblico del rock. Proprio loro, che con il tormentone «ohi Maria», hanno tracciato la via italiana all'hip hop e acquisito uno status controculturale che li ha resi sempre immancabili protagonisti delle più "impegnate" kermesse di piazza. Da buoni campionatori di parole e testi, sicuramente sapranno interpretare la loro presenza sotto il marchio della manifestazione teoricamente compromettente, con altrettanta ironia. I due inseparabili amici di Garbagnate Milanese, dopo i non entusiasmanti risultati del loro più recente album, stanno vivendo un particolare momento di gloria. La loro versione di «Like a rolling stone» è stata nientemeno scelta da Bob Dylan per la colonna sonora del film «Masked and anymous» (dove è inserito anche una cover di una altro italiano, Francesco De Gregori con «E dille che non è così») imminente anche in Italia. Sapranno questa volta, invece, dove esattamente si trovano i Placebo, protagonisti nel 2001 di una esibizione sul palco del Festival di Sanremo che fece letteralmente atterirrire una azimata Raffaella Carrà. Catapultati allora di fronte ad un pubblico non consono al loro stile, la band di Brian Molko abbandonò il palco come facevano le rockstar di una volta, con tanto di chitarra fracassata. Qualcosa di più piacevole, però, lega questa band cupa ed edonista capace di canzoni ad effetto, a Roma, come il duetto registrato con Asia Argento sulle note di «Je t'aime... moi non plus», la canzone scandalo di Serge Gainsbourg.

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