di LORENZO TOZZI SI raccomanda spesso che la cornice sia adeguata al quadro.
Maria Capua Vetere per un balletto eroico di argomento romano come il leggendario Spartacus creato da Yuri Grigorovic per il Teatro Bolscioi di Mosca degli Anni ruggenti. Un balletto che nell' eroe, che guidò proprio a partire da Capua nel primo secolo a.Cr. la pericolosa rivolta degli schiavi e dei gladiatori contro il potente esercito di Roma, esaltava il trionfo della libertà e la vittoria contro ogni ingiustizia e tirannide. Un balletto fortemente intriso di ideologia, portato al successo dal grande Vassiliev nei ruoli dell'eroe con perfetta identificazione. A raccontare il grande capolavoro del balletto sovietico agli eredi del disgelo post-sovietico era a Capua Vetere il Balletto della siberiana Novosibirsk, antico di storia e tradizione, in una iniziativa promossa dall' ETI in esclusiva nazionale. In perfetta sintonia con la musica di Kachaturian Grigorovic racconta le vicende straordinarie di uomini che si fanno eroi: alla coppia Spartacus- Frigia si contrappone quella dell'odioso e vanaglorioso Crasso con la sua etera Egina. I sentimenti personali (il diverso legame d'amore che unisce le due coppie rivali) si mescolano con le vicende storiche, i sentimenti individuali con il coraggio, il quotidiano con la storia. Sicchè, coreograficamente parlando, i delicati ma intensi passi a due d'amore si alternano con le scene di massa, spettacolari e magniloquenti, fortemente scandite ritmicamente. Entrambe ben riuscite: poderose quelle in armi con gli eserciti schierati (ma in anacronistici pantaloni!), poetiche quelle della incerta quiete amorosa. Quasi cento ballerini hanno speso ingenti energie nello scontro frontale, ma sono piaciuti in particolar modo i primi ballerini Denis Bordijan (uno Spartaco incisivo), Anastasia Danilova (una sensuale ma calligrafica Frigia), Evgheny Grashenko (Crasso) e Lilia Zaitzeva (una seduttiva Egina). Troppo esigua sonoramente l'orchestra, diretta senza nerbo da Alexander Bolsciakov.