di CARLO ROSATI DOPO una giornata di cinema del futuro, tra gli altri film della Mostra ...
Tra questo penso si possa inserire «Immagini» (Imagining Argentina) interpretato da Antonio Banderas ed Emma Thompson diretti dal regista Christopher Hampton, che nel cinema ha debuttato da «drammaturgo» con la scrittura di «Casa di bambola», nel '66, seguita da «Le relazioni pericolose» di Laclos. In questo film torna l'incubo della sopraffazione dela libertà di pensiero, delle «pulizie cerebrali» operate dalle dittature dei colonelli e dalle democrazie autoritarie, come nel dramma dei «desaparecidos» nell'Argentina del '76. Qui Banderas dirige un teatro per ragazzi, con la moglie Emma Thompson e la giovane figlia Teresa. Il dramma scoppia quando la Thompson, che nella pellicola è una giornalista, viene portata via per un articolo sulle sparizioni di troppa gente e Carlos Rueda (Banderas) si trova contro il muro delle autorità, il «provvederò personalmente» del Ministro che si tramuta nella «scomparsa» anche della figlia Teresa. Ma il razionale Carlos scopre di avere delle visioni, di vedere, dopo un contatto con le madri di Plaza de Mayo, delle nitide «immagini» delle persone scomparse. «Vede» il loro presente e il loro futuro, la loro morte o la loro salvezza; come quando fa riapparire Euridice alla vista di Orfeo nel suo teatro per bambini. Una storia vera, ma scandita nella convenzionalità dell'immagine più che nello scavo delle psicologie. Più intimo, più pensato, al contrario, il film dell'iraniano Babak Payami, che ha vinto il Leone d'argento con «Il voto è segreto» nella Mostra di due anni fa. Payami ha studiato cinema a Toronto ed è rientrato in Iran soltanto nel '98, dopo venti anni di Canada. Ha presentato in mattinata, in Sala Grande, il suo «Silenzio in mezzo a due opinioni», con i negativi del film confiscati dalle autorità iraniane, perché tratta la pena di morte di una giovane che viene risparmiata alla morte soltanto per la legge islamica: se la condannata è vergine non andrà all'inferno, ma in paradiso. Ed il capo del villaggio non può permettere la «via del paradiso» ad una colpevole. Per questo obbliga il boia a sposarla. Metafora grandiosa di Payami in un film splendido dal punto di vista morale, e quindi religioso, ma che avrà poco seguito in Occidente. Poco incisivo, invece, il film presentato dall'argentina Cecilia Murga, «Ana e gli altri» per la Settimana della Critica, con Camilla Toker che va da Buenos Aires a Paranà, la sua città natale, alla ricerca di Mariano, un amore giovanile.