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CHARLES Bronson, il «duro» di Hollywood, è morto sabato all'età di 81 anni.

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A partire dagli anni Cinquanta Bronson ha interpretato più di cento pellicole, tra cui molti western. I film più noti: «I magnifici sette» e «C'era una volta il west». Il suo vero nome era Charles Buchinski, era nato il 3 novembre del 1921 a Ehrenfeld (Pennsylvanie) da genitori lituani. Da anni malato di Alzheimer, Bronson è morto per una polmonite. Era stato, in gioventù, minatore in Pennsylvania, prima d'affermarsi a Hollywood. Una delle sue più famose frasi fu: «Assomiglio a una cava di roccia che qualcuno ha appena fatto saltare a colpi di dinamite». Ma la roccia di cui era fatto Bronson non poteva niente contro la malattia. La morte dell'attore è avvenuta al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles: sua moglie era al suo fianco. A Bronson sarebbe piaciuto poter morire a casa sua, ma non è stato possibile. La sua è stata una carriera discreta, progressiva, poi esplosa con i western e i gialli del «giustiziere». Da giovane grazie a una borsa di studio, riuscì a frequentare le scuole ed entrò a fare parte di un gruppo di attori dilettanti. Nasceva così Charles Bronson, nome preso al volo da uno dei tanti cancelli che delimitano gli studi della Paramount a Hollywood, il Bronson Gate, vicino a Bronson Avenue. È l'Europa a dargli una forte spinta, con una serie di film neri e western caserecci, tra i quali il magnifico «C'era una volta il West» di Sergio Leone. Negli anni Settanta Bronson gira film come «L'eroe della strada», ambientato con nella New Orleans della grande crisi. O anche «Il giustiziere della notte», la pellicola che più di ogni altra lo ha identificato e ne ha lanciato l'immagine di personaggio onesto, ma votato alla violenza. Cinque volte Bronson ha vestito i panni del giustiziere Paul Kersey. E per il resto parti da duro e pellicole d'azione, sempre. Hollywood lo voleva così: «Prima o poi - diceva l'attore - farò un film nel quale potrò appoggiare il gomito alla mensola di un caminetto e sorseggiare un cocktail». Ma il momento di una parte tranquilla, di una commedia, di un film senza nemmeno un colpo di pistola, non è mai arrivato. L'hanno fermato, prima, le complicazioni di una tremenda malattia, che fu fatale anche alla mitica Rita Hayworth e che sta spegnendo l'ex attore, governatore della California e presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Condannato alle parti da duro comunque Bronson ha sostenuto con grande professionalità ruoli spesso non facili, come in «L'uomo venuto dalla pioggia», del 1969, diretto da René Clement (quello di «Giochi proibiti)o in «L'uomo dalle due ombre» (1970) di Terence Young. «Era un uomo semplice, per niente una star - lo ricorda De Laurentiis - Faceva il suo lavoro di attore con grande umiltà, come se facesse il muratore». R. C.

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