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di CARLO ROSATI VENEZIA — Gigliola Cinquetti aveva 16 anni quando cantava «Non ho l'età».

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Nonostante la giovanissima età conferma la grande validità del cinema iraniano che potrebbe essere una delle ricchezze del Paese asiatico; una cinematografia che si è imposta all'attenzione internazionale con riconosciuti maestri come Abbas Kiarostami, che domani riceverà la laura ad honorem in Lingue e Civiltà Orientali all'Università veneziana di Ca' Foscari; ma anche di Jafar Panahi, Leone d'Oro alla Mostra, di suo padre Mosé Makhmalbaf, di sua sorella Samira, protagonista di questo film nel film. Una ragazza cresciuta con latte e cinema (il primo corto a Locarno quando aveva nove anni), e si vede da da questo film tra documento e finzione, nel quale sua sorella Samira cerca tra le donne afghane le protagoniste per un suo film. Ci mostra una Kabul come non l'abbiamo mai vista, tra povertà e grandissima dignità, con la sorella Samira che in questo paese tenta di convincere uomini e donne, poveri dignitosi e donne dagli occhi bellissimi, che poi nascondono dietro il burka, le quali sarebbero tentate dal cinema, ma temono le reazioni, hanno ancora paura del passato. Vecchi che dai loro miseri abiti, tirano fuori un cult occidentale, il telefonino: ma negli occhi di tutti c'è il dramma del cambiamento e dell'adattamento. Più maturo, più geniale, ma non meno dilaniato e dilaniante, il film sul problema del Medio Oriente di uno dei maestri della cinematografia mondiale, Oliver Stone, che con le sue opere ha avuto ben undici nominations agli Oscar. Qui a Venezia ha proposto «Persona non grata» in una sezione collaterale. Riporta il conflitto e la guerra tra Israele e la Palestina. Tra Gerusalemme, Tel Aviv e Ramallah, incontra i leader israeliani e palestinesi, compreso Arafat. Le sue immagini sono perentorie e nervose, si passa da un attentato alle parole di Peres, Netanyau e Barak; ma incontra anche i combattenti mascherati, i martiri della brigata palestinese Al Aqsa. Stone partecipa e comunica il dramma di una guerra continua, un conflitto che è come il vento, non sai mai da che parte soffierà, dove avverrà un nuovo attentato, dove arriverà la vendetta di Israele. Un mediometraggio di grande intensità.

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