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di SERGIO DI CORI LOS ANGELES — È considerata una delle più eclettiche attrici in circolazione a Hollywood.

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Dopo una lunga pausa, Jamie Lee Curtis ritorna alla maschera a lei più congeniale, quella della soubrette da commedia rosa. Esce in questi giorni in Usa «Freaky friday» un film sul mondo dei rocchettari californiani. Allora, basta con il sangue e il terrore di film horror? «Per carità. Basta davvero e per sempre. Non rinnego niente, sia chiaro. Ho sempre detestato quelli che cercano di cancellare le proprie esperienze passate. Sono contenta di averlo fatto, mi sono anche divertita, ma francamente non ne potevo più. Viva la commedia, e questa volta davvero per sempre». Niente ruoli drammatici, quindi? «No, mi piace la clownerie. Mi ha sempre divertito molto far ridere ed esplorare personaggi contrastanti che vengono però offerti al pubblico con un taglio ilare, spumeggiante. Adoro la superficialità, ho fin troppi problemi nella mia vita quotidiana personale, almeno sullo schermo mi piace essere leggera». Eppure lei è considerata invece una attrice molto seria, colta e piuttosto raffinata. «Si vede che la pubblicità ha lavorato bene. Sono nata e cresciuta a Hollywood in una famiglia di attori famosi pieni di Oscar e quindi mi trattano come se appartenesi alla crema, semplicemente perché ho preso uno straccio di laurea, tutto qui. È anche vero che molte mie colleghe anche famosette sono pressoché analfabete, ma io rimago una donna piuttosto semplice. Mio padre non voleva che io facessi l'attrice. Mi ha obbligato ad andare all'università e io studiavo recitazione di nascosto. È per questo che mi sono cambiata il nome e mi sono inventata il cognome Lee. Ma dopo il primo film (un ignobile commediaccia sexy di serie B) mio padre ha scoperto tutto e allora sono uscita allo scoperto». E avete quindi fatto la pace? «No. Mi ha accettata, ma abbiamo rotto perché lui mi pensava biologa a fare la ricercatrice all'università, ma era una sua mania, una sua ossessione, non la mia vocazione. Poi ci siamo riparlati ed è ripreso l'amore dopo la mia tragedia sentimentale che mi ha segnato per tutta la vita». Sarebbe, se si può dire... «Si può, lo sanno tutti e poi sono passati ormai quasi vent'anni. John Belushi è stata la persona più estrema ed esagerata che io abbia mai incontrato. Umanamente adorabile ma scatenato nella ricerca dell'impossibile, era esattamente come appariva in "Blues brothers". Si era comprato una Porsche Carrera e la notte si divertiva a uscire sul Sunset Boulevard attraversando la città a 250 chilometri all'ora. Lui era così. E una notte gli è scoppiato il cuore ed è morto come voleva lui. Non aveva neppure trent'anni. Non l'ho mai dimenticato». Però si è rifatta una vita. «Sì, sì, sono felicemente sposata e madre di due bimbi deliziosi. Ma l'amore, quando è vero non finisce mai. John rimarrà sempre nel mio cuore. Io mi considero una vedova che si è risposata. Ho avuto due uomini, questi due».

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