Quante storie all'ombra della Madonnina
Il lettore ne trarrà piacere. Sterpa raccoglie le pagine di un suo diario, movendo dal marzo del 1994 per approdare al gennaio del 2001. La platea è ampia e articolata e i milanesi che vi si affollano non possono non applaudire a sentir parlare di loro con tanta cura. Il libro si intitola «Cara Milano», ma potrebbe averne anche un altro. Per esempio questo: «Cari milanesi». Eventi e personaggi, i più vari, ne sono i protagonisti. Si comincia con un riconoscimento nei confronti del ruolo politico della città del Novecento, per dire che essa «è stata il motore e insieme il termometro della vita italiana; nel bene e nel male le diverse novità del secolo hanno avuto inizio e fine all'ombra della Madonnina». E come dimenticare Turati e la Kuliscioff per poi passare, purtroppo, anche attraverso Mussolini il quale «proprio qui trovò l'humus iniziale e la propulsione decisiva per la sua scalata al potere?». Sterpa definisce la città come «la più europea del nostro paese, la più ricca di umori culturali, la più produttiva, la più intraprendente; essa resta il luogo da cui nessuno può prescindere per avviare grandi cose». Non soltanto lodi, tuttavia. Per Milano, o per alcuni dei suoi amministratori, c'è anche qualche rimprovero, come nel caso dei funerali di Spadolini. Perché? Perché a quelle esequie c'erano i sindaci e i gonfaloni di alcune città in cui Spadolini aveva operato, ma non c'erano né il gonfalone né il sindaco di Milano. Sterpa insiste nel rimprovero: «Non c'era uno straccio di rappresentante ufficiale nella città in cui Spadolini è stato eletto per ben cinque volte senatore e perfino consigliere comunale. Senza contare che fu direttore del più grande quotidiano milanese». E giù la mazzata: «Il gesto umilia Milano e le sue tradizioni: È semplicemente vergognoso». Sterpa conosce bene la città. Negli anni Sessanta, trentenne, dirigeva il Corriere Lombardo, proprio questo ruolo gli servì per approfondire la conoscenza di Milano e dei milanesi. Perciò non a caso è saltato fuori questo libro in cui si riconosce la grande «vitalità» di chi vi opera. Con tutti i vizi e le virtù; e anche con i peccati. Corre ognora una polemica fra milanesi e romani. Sterpa vi affonda le mani: «A Roma dicono che Milano è brutta e invivibile». Milano merita o no l'accusa? Sterpa è netto, e scrive: «Niente di più sbagliato», proseguendo con le motivazioni del caso. Sterpa ricorda, tra l'altro, gli anni da lui trascorsi al Tempo, al Corriere della Sera, al Giornale (di quest'ultimo fu tra i fondatori con Montanelli) e sono pagine dalle quali, oltre a eventi di cronaca, risaltano grandi figure, come quelle di Montale, di Missiroli, di Russo, di Spadolini. Egidio Sterpa «Cara Milano» Greco Greco Editori, 179 pagine, 7.50 euro