di PAOLA PARISET NEL settecentesco Convento di Santa Chiara a di San Marino è ambientata ...

«Libertatis Fundator: il Santo Marino. Iconografia, arte, storia» è la prima grande mostra sulla vita, la storia e la leggenda di San Marino, aperta in questa sede sino al 30 novembre prossimo e organizzata dalla Segreteria di Stato per la Pubblica Istruzione, l'Università, gli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, dal Museo di Stato e dalla Fondazione San Marino. Concepita come ricerca delle radici dei diciassette secoli di autonomia della piccola Repubblica, che ha resistito a tutti i poteri compreso quello napoleonico e fascista - radici identificate nell'operato di San Marino - la mostra illumina i risultati degli scavi archeologici sul territorio e conferma la realtà storica del Santo tagliapietre di Arbe, impegnato nella ricostruzione delle mura di Rimini del 257 dopo Cristo, scopritore delle cave di pietra del Monte Titano e fondatore della comunità cristiana sui liberi terreni della convertita Felicia: «Relinquo vos liberos ab utroque homine» disse San Marino morendo, lasciando questa testimonianza di libertà. Iscrizioni illiriche in marmo serbate nei Musei Civici di Rimini o la bella base di pilastro in pietra del Titano, del III secolo dopo Cristo, son lì a ricordare questa storia, mentre il prezioso manoscritto miniato riminese del XII secolo con la «Passio Sancti Martini» ne è la leggenda. In mostra le testimonianze artistiche culminano nella immagine del Santo nella tempera trecentesca di Spinello Aretino e nei due quadri secenteschi del Guercino e del Lanfranco, che lo rappresentano come vecchio lavoratore attorniato dagli strumenti del mestiere, nel buio dell'eremo sul Titano, il cui antico accesso la fede popolare è riuscita a far riaprire in occasione del Giubileo del 2000. L'altro capolavoro, rimasto nella Pieve di San Marino, è la statua ottocentesca del canoviano Adamo Tadolini, di cui in mostra è il bozzetto con la celebre scritta «Libertas», simbolo della Repubblica.