De Laurentiis: «Leone ok ma la nuova legge non va»
È polemico il produttore Dino de Laurentiis, al quale la 60ma Mostra del cinema diretta da Moritz de Hadeln ha attribuito il prestigioso premio alla carriera. Nell'intervista concessa al magazine di Rai Educational, «Off Hollywwod» - in onda su Raitre martedì 26 agosto (ore 0.50), il produttore è critico sull'indifferenza delle istituzioni italiane nei confronti dei suoi innumerevoli successi mondiali. «L'idea di questo Leone mi fa sorridere - aggiunge Dino De Laurentiis - soprattutto se penso ai tanti premi che mi hanno dato in America e in tutto il mondo. Ma, non c'è problema, andrò a ritirarlo al Lido molto volentieri e con la solita gioia e umiltà». Il produttore non è tenero neppure con la politica italiana e lancia frecciate alla vigilia della presentazione della nuova legge attesa proprio a Venezia il 29 agosto. «Negli anni '70 fui costretto ad andare via dall'Italia a causa della legge Corona, che uccise il nostro cinema - dice - e da quello che ho capito la tanto attesa legge Urbani sarà anche peggio in quanto dovrebbe puntare sullo stesso concetto: i film dovranno essere girati esclusivamente in lingua italiana. Non sono affatto d'accordo - dice - il ministro dovrebbe tenere conto che la società internazionale e le tecnologie hanno cambiato l'industria delle celluloide e che i ricavi del cinema non vengono più dalle sale ma dai video, dai dvd, dai diritti tv. Nessuno compra più film con i sottotitoli e l'85% del mercato è in lingua inglese. A questo punto evviva Andreotti: l'unico che capì l'importanza dell'esportazione. Ecco la nuova legge dovrebbe ripartire proprio dall'intuizione di Andreotti».