Al Festival in concorso un ritratto della realtà bosniaca dell'esordiente Pjer Zadica C'è Clinton, la corruzione si fa virtú
Si è guardato attorno e pur avendo al suo attivo dei documentari bellici, ha preferito, questa volta, occuparsi del dopoguerra. Con occhio ora polemico ora così ironico (e caricaturale) da rasentare il comico. Una cittadina nel cuore della Bosnia, la facciata è pulita ma dietro c'è di tutto, intolleranza etnica, prostituzione, corruzione a vari livelli e, naturalmente, criminalità. Ma ecco che si annuncia un evento inatteso, una visita di Clinton che, venendo a ricevere la cittadinanza onoraria, lascerà di sicuro molti dollari sul suo passaggio. Subito una serie di decisioni per far diventare la città quello che non è più: le prostitute si trasformano in un coro quasi pio, i pompieri improvvisano una banda e il sindaco, fino a quel momento insensibile alle necessità dei concittadini, si mette a far le cose in grande, vigilato da alcuni emissari americani che pianificano con lui il grande evento. Un incidente manderà tutto a monte ma la vicenda e i tanti colorati personaggi che la popolano servono al regista, autore anche del testo, per dar risalto (spesso con malizie) alle rivalità tuttora perduranti fra bosniaci e serbi, non lesinando strali acuminati nei confronti di organismi municipali e statali devastanti dalla corruzione, senza dimenticare note umane e sentimentali cui solo dei modi di rappresentazione asciutti e controllati evitano di cadere nel patetico. Ci sono forse troppi temi e le intenzioni narrative moltiplicano un po' troppo gli spunti e gli accenti (c'è perfino un personaggio che, pur molto realisticamente, parla con due fantasmi), però l'impresa, anche come cronaca di una stagione, può interessare. Specie quando l'equilibrio fra le beffe e i drammi è rispettato. In arrivo dalla Francia l'altro film della giornalista, «Mister V.», di Emilie Deleuve, qui alla sua opera seconda (la prima, «Peau Neuve», ebbe un premio al Festival di Cannes). Il titolo è il nome di uno splendido stallone che dovrebbe essere abbattuto per incassare una assicurazione. Il protagonista invece lo salva, a suo rischio e pericolo. Uomini e cavalli, truffatori e gente di cuore, nei limiti però di una storia che sa di incompiuto anche nei passaggi più tesi. A danno spesso delle psicologie e dei ritmi.