di MARIO BERNARDI GUARDI DI mille donne è erede Manon Lescaut: Eva,archetipo di seduzione,trasgressione,dannazione; ...

le mille femmine di piccola virtù, ma di arcana forza ammaliatrice; le mantenute d'alto bordo, le amanti di lusso, le maliziose consigliere d'alcova, capaci di architettare complesse trame per passione o per denaro. Lei, fanciulla ma non candida, è attratta dall'una e dall'altro. Quando il giovane studente Des Grieux la incontra, il destino che i familiari le hanno imposto è quello del convento: ma Manon, lusingata e commossa dall'impeto amoroso del ragazzo, accetta la scommessa della fuga e di una vita povera e avventurosa. Per poco, però, perché poco si convengono cuore e capanna a una ibertina, incline alla dissolutezza. Insomma, Manon abbandona Des Grieux per un ricco finanziere; poi un turbine di affetto e pentimento la riporta nelle braccia del giovane, sempre più innamorato e disposto a ogni follia (lei accetta di seguirlo, ma si attarda nella casa del ricco Geronte per far provvista di preziosi gioielli); infine,tutto precipita tra delitti, castighi e ansie redentrici, mentre lo scenario si allarga dalla Francia alla Louisiana. Ed è nei desolati deserti del Nuovo Mondo che Manon muore sotto la sferza del sole, con accanto un Des Grieux tutto palpiti e lacrime. Una storia del genere conquistò subito lo "scapigliato" Puccini di fine Ottocento, che ne trasse fuori un grande dramma lirico. Il primo. E la sua prima eroina: una femmina «in nero». Dal 1893, trionfalmente seduttiva. Certo, un personaggio del genere esige grandi interpreti. Con una voce che sappia governare tutte le emozioni: dalla tenerezza amorosa all'orrore della morte che incalza. Alla prima di Torre del Lago (le repliche il 16 e il 22) Daniela Dessì è stata straordinaria: e al pubblico ha donato, tra gli applausi, il bis dell'«aria» più suggestiva («In quelle trine morbide»). Convincenti il Des Grieux di Fabio Armiliato e il Lescaut di Alessandro Corbelli. Meno, il Geronte di Franco Boscolo. Sulla scena sculture di Mitorai: volti abbandonati allo sconfinato piacere del sogno.