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Venere di Cirene e Stele di Axum i «bottini» italiani

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Già da un anno anche il ministro della cultura egiziana, Faruk Hosni, ha chiesto la restituzione della celebre Stele di Rosetta. L'iscrizione trilingue, egiziano geroglifico, demotico (popolare) e greco, che permise al francese Jean-Francoise Champollion, nel 1822, di decifrare per la prima volta la misteriosa scrittura geroglifica, fu scoperta da un ufficiale delle truppe napoleoniche nel 1799. La stele, datata 27 marzo 196 a.C., finì in mano inglese, a seguito del ritiro francese dall'Egitto, e dal 1802 costituisce uno dei fiori all'occhiello del Museo britannico. Ancora il governo egiziano ha inoltrato al Museo egizio di Berlino la richiesta di restituzione del celebre busto, in calcare, della regina Nefertiti rinvenuto, a Tell El Amarna, da una spedizione tedesca nel 1912. Il capolavoro ritrae la moglie di Amenofi IV (1372 a.C.) e giudicata anche dai nazisti un modello di bellezza ariana. Non meno roventi le polemiche di casa nostra che riguardano in primo luogo la Venere di Cirene e poi la stele di Axum. In occasione della visita di stato in Libia, nel novembre del 2002, il Presidente del Consiglio Berlusconi incontrando il colonnello Gheddafi promise in regalo, per cementare la «pace» tra i due paesi, la Venere di Cirene. La statua fu scoperta in Libia da una spedizione archeologica italiana nel 1911. Il pezzo, copia romana in marmo di un'originale ellenistico del II secolo, fu portato in Italia e collocato prima al Museo delle Terme di Diocleziano e poi al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Il Ministero dei Beni culturali che ha già provveduto da tempo a collocare il pezzo tra i beni del demanio dello Stato per consentirne l'espatrio, sta incontrando non poche difficoltà. Altro reperto trafugato dagli italiani all'indomani della conquista dell'Etiopia, nel 1936, è la stele di Axum. Si trovava nei pressi della città santa di Axum, frammentata in cinque blocchi. Fu Ugo Monneret de Villard ad occuparsi del trasporto del pezzo in Italia. Il monumento, ricomposto, fu collocato a Roma, di fronte al Circo Massimo. Di recente è terminato il restauro che ha ricomposto i danni causati da una folgore del cielo.

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