Maldini eroe romantico in un dramma iraniano
«Per la mia generazione - dice la regista trentenne - Maldini è un vero e proprio mito, un simbolo di forza e di impegno sportivo infaticabile. Lo è per me e per tutte le mie compagne, fin dai tempi del liceo». Un mito basato non solo sul ruolo di atleta del difensore milanista e azzurro, ma anche sulla sua bellezza, al punto da essere trasformato nel dramma in una sorta di "maestro d'amore" che con la sua sola immagine riuscirà a fare innamorare addirittura una marionetta, trasformandola in un essere umano. Lo spettacolo, dal titolo «La regina e Maldini», andrà in scena probabilmente nel prossimo febbraio nell'ambito del Festival Fajr, che ogni anno si svolge a Teheran nell'anniversario della rivoluzione del 1979. È stato questo, a partire dall'inizio della politica riformista del presidente della Repubblica Mohammad Khatami, nel 1997, l'appuntamento che ha visto alcune delle maggiori innovazioni favorite dal nuovo clima di apertura culturale. Quattro anni fa un gruppo teatrale italiano, la Compagnia di Beato e Angelica di Roma, vi rappresentò una riscrittura contemporanea della «Locandiera» di Carlo Goldoni, diventando la prima compagnia occidentale, insieme con una tedesca, a partecipare all'evento dopo la rivoluzione islamica. La trama del dramma di Chista Yasrebi, il cui testo è condito da diverse parole in italiano e francese mescolate è estremamente fantasiosa. All'indomani di un olocausto nucleare, dal quale nessun essere umano sembra essersi salvato, tre marionette, ritrovatesi senza burattinaio, decidono che è ora di imparare a muoversi da sole e mettere in scena un proprio spettacolo indipendente. Ma c'è un problema: nessuna di loro sa cos'è l'amore, sentimento indispensabile ad una rappresentazione umana. Per caso ritrovano la copia di un giornale in cui sono pubblicati un articolo e alcune fotografie sul matrimonio di Paolo Maldini. Una di loro, nata proprio in quel giorno, decide di provare a interpretare il ruolo della sposa. Ci prova tanto duramente ed è ispirata a tal punto dalla figura del calciatore, da riuscire ad innamorarsi per davvero. A questo punto, altro colpo di scena. I tre burattini trovano l'unico umano sopravvissuto, un bambino che, guarda caso, è il figlio di Maldini. Ormai è chiaro che l'umanità è salva, grazie alla continuazione di questa stirpe calcistica. Lo spettacolo non è l'unico di ispirazione italiana che la drammaturga iraniana intende preparare per il Festival Fajr. L'altro dovrebbe essere una riduzione teatrale del romanzo di Alba De Cespedes «Dalla parte di lei», scritto nel 1949. «Ne sono stata talmente affascinata - dice Yasrebi - da evitare qualsiasi intervento che potesse minimamente modificare lo svolgimento della storia».