di PATRIK PEN VENTI MINUTI di applausi allo Sferisterio di Macerata, sabato sera, per il debutto ...
Era l'evento più atteso di una stagione in tono relativamente minore a ragione delle ristrettezze di bilancio: oltre allo spettacolo firmato da Ranieri, le riprese di due allestimenti di rango («Traviata» e «Lucia» con la regia di Josef Svoboda) e il monodramma per baritono, chitarra, flauto e percussioni «El Cimarrón» di Hans Werner Henze. Alla prima, gli occhi erano puntati sulla regia più di quanto gli orecchi fossero sull'esecuzione musicale, peraltro di tutto rispetto: dirige Piergiorgio Morandi e tenori di rango, pur se stagionati, come Luis Lima («Cavalleria») e Nicola Martinucci («Pagliacci») sono affiancati da giovani voci femminili (Anna Maria Chiuri e Marianna Rosa Cappellani in «Cavalleria», Amarilli Nizza in «Pagliacci»), nonché dal baritonone Alberto Mastromarino. Per «Cavalleria», Ranieri coniuga il verismo di Verga con quello che chiama «il suo nido» di memorie: una piazza traboccante di panni stesi al sole, un piccolo centro dove serpeggia il chiacchiericcio e, nel silenzio dell'omertà, sgorga una vera e propria tragedia. Turiddu è rapito dal sesso, ma legato ad un amore puro, di quartiere. Il dramma passionale ed il duello nascono in un contesto in cui l'eros viene accentuato dal motivo liturgico-sacrale delle cerimonie religiose del giorno di Pasqua. Differente la scelta registica per «Pagliacci». Il «teatro nel teatro» e la «vendetta del diverso» al centro del truculento dramma in musica di Leoncavallo vengono trasportati all'epoca del film muto, a Charlot, all'ultima volta che Enrico Caruso cantò Pagliacci al Metropolitan di New York, ansioso perché era stato minacciato di morte. La scenografia naturale (l'immenso muro dello Sferisterio con le cupole delle Chiese di Macerata sullo sfondo) si trasforma: la piazza paesana ottocentesca di «Cavalleria» diventa il largo antistante nel primo scorcio del Novecento dove arrivano macchine d'epoca e si accennano passi di tip tap. Efficaci le scene di Roberto Francia e Nanà Checchi. Molto buona la recitazione; Ranieri ha chiesto, ed ottenuto, un mese di prove ed i risultati si toccano con mano (anche se le piroette hanno causato difficoltà a Lima).