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NEL sonnacchioso sabato d'agosto Giuliano Urbani non molla.

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Stavolta si tratta di cinema, anzi della Scuola Nazionale di Cinema. Pardòn, Centro Sperimentale di Cinematografia, come l'uomo del Collegio Romano vuole che si torni a chiamare. La palingenesi è stata approvata ieri, in forma di decreto legislativo, dal Consiglio dei ministri. Formazione universitaria, apertura a finanziatori privati, riorganizzazione degli assetti interni e una nuova sede a Milano, nell'ex manifattura Tabacchi, specializzata nella pubblicità: ecco come sarà il «centro di eccellenza nella formazione e nella ricerca sperimentale nel settore cinematografico e audiovisivo». Le linee guida del decreto prevedono per il Centro due settori, uno dedicato alla formazione delle professionalità cinematografiche, l'altro a raccolta e conservazione del patrimonio culturale cinematografico (Cineteca nazionale). Un ulteriore settore sarebbe destinato alla sperimentazione tecnologica. Sotto il profilo gestionale la Fondazione prevede «altri soggetti finanziatori». Una rivoluzione. A parte il nome. (L. L.)

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