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Autore di duecento libri anticipò la «robopsicologia»

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Docente universitario di biochimica, è autore di oltre duecento libri fra romanzi di fantascienza, polizieschi, saggi, interventi polemici attorno alla politica del suo paese d'origine, dal quale è stato costretto ad emigrare. Esordisce nel 1950 con «Io, robot» e dopo quattordici anni ritorna sul tema con «Il secondo libro dei robot» del 1964. Si dedica poi ad una leggendaria saga, di grande successo, una trilogia sulla caduta di un impero galattico, e successivamente pubblica «Il regno del sole» nel 1960, «Neanche gli dei» nel 1972, muovendo sempre da precisi fondamenti scientifici, poi elaborati fino alle soglie del romanzo d'invenzione. Del 1972 è un'altra opera rilevante della sua figura, «Opus 200», mentre l'«Autobiografia» del 1979 si configura come un testamento di singolare efficacia, proprio attorno al tentativo di coniugare il mistero della fantascienza con il noir, un genere molto frequentato da Asimov, come si è detto. In mezzo a una miriade di pubblicazioni di ogni genere, resta viva e originale la sua teoria della robotica che molti scrittori di fantascienza delle successive stagioni hanno accettato. Di qui il concetto di «robopsicologia» che trasferito nell'io profondo dell'essere un più diretto confronto fra soggetti umanizzati e disumanizzati. w. m.

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