di DANIELE DEL MORO RISOLTO il mistero delle spoglie e del luogo di sepoltura di Matteo Maria Boiardo.
Lo studio, realizzato con il patrocinio del Comitato per il recupero dei Beni storici e culturali di Scandiano, ha visto impegnata una équipe di esperti tra cui Giorgio Gruppioni, Stefano Benazzi, Silvano Vinciti che, coadiuvati dal Reparto investivo scientifico dei Carabinieri di Parma, al comando del tenente colonnello Luciano Garofano, è riuscita a fare luce sul clamoroso ritrovamento. «L'enigma Boiardo», infatti, è il titolo di un breve special realizzato da Rai Notte in onda stasera alle 22.55 su Raiuno e il ciclo di quattro puntate che Rai notte, per la regia di Paolo Montesi, manderà in onda sempre a partire da stasera, allo scopo di documentare l'iter con cui si è arrivati alla straordinaria scoperta. «L'indagine è partita da documenti che parlavano delle spoglie del Boiardo in una camera sepolcrale sotto il pavimento della chiesa di Santa Maria a Scandiano (Reggio Emilia), a ponente di una tomba preesistente in cui erano stati inumati il padre del poeta Giovanni, il nonno Feltrino e il figlio Camillo - spiega Gabriele La Porta, direttore del palinsesto notturno della Rai - La ricerca, complessa e non priva di ostacoli, ha individuato la presenza di due camere sepolcrali adiacenti. Nella prima si è concentrato l'interesse principale e, tramite le analisi effettuate dal Ris col sistema del Dna sui resti rinvenuti, si è arrivati allo storico risultato. Nella prima tomba ci sono le spoglie del Boiardo». Una ricerca difficile, dunque, considerata anche l'estrema fragilità e frammentarietà dei reperti che ha limitato la possibilità di applicare i criteri diagnostici e analitici solitamente impiegati. «Lo studio dei reperti recuperati nella prima tomba - ha sottolineato Gruppioni - ha consentito di riconoscere un individuo adulto maschile di corporatura robusta, alto oltre 175 cm, morto ad un'età compresa tra i 50 e i 60 anni, uno di sesso femminile alto circa 160 cm e uno di cui non è stato possibile determinare sesso e età di morte. I caratteri antropologici dei resti del primo individuo sono pienamente compatibili con i caratteri fisici del poeta, descritto nella storiografia come uomo fisicamente prestante, di alta statura e morto all'età di 54 anni». A questo punto dell'indagine entra in campo il Ris. L'analisi del Dna estratto dai reperti recuperati, svoltasi in quattro delicate fasi, ha rivelato che il profilo genetico estratto dalle ossa del primo individuo si dimostra compatibile, secondo un rapporto di filiazione padre-figlio, con quello emerso dal Dna ricostruito su alcuni denti rinvenuti nella seconda tomba. Nella prima, insomma, quella sottostante l'altare maggiore, i resti rivenuti risulterebbero proprio quelli del Boiardo, come si è potuto ricostruire dai denti ritrovati nella camera attigua che risulterebbero essere quelli del padre. È la prima volta che il sistema del Dna viene applicato a reperti ossei e dentali databili tra il 1400 e il 1500. «I risultati raggiunti - come ha scritto il colonnello Garofano - rappresenterebbero il primo caso al mondo in cui da ossa e denti antichi e degradati sia stato possibile determinare un così alto numero di regioni di Dna, tale da consentire un ipotesi di identificazione consistente e affidabile». Rai Notte ricostruisce, passo dopo passo, il processo di ritrovamento, unendo mistero e studio, in un documentario che non mancherà di stupire.