È MORTO ieri a Roma il giornalista Sandro Ciotti, uno dei più famosi radiocronisti del calcio italiano.
Per 40 anni Sandro Ciotti con la sua voce unica, roca e profonda, ha fatto informazione sportiva alla radio e, negli ultimi anni di lavoro, anche in televisione dove condusse «La domenica sportiva». Ciotti aveva scritto anche un libro, «Quarant'anni di parole», in cui aveva descritto le sue personali riflessioni sulla vita italiana. Mancherà a intere generazioni di italiani, a tutti quelli che avevano il pallone nel cuore e nella testa. Sandro Ciotti (nella foto con l'ex calciatore Giancarlo De Sisti) è stato "the voice" versione italiana, (come Sinatra aveva un'immensa passione per la musica, lo testimoniano i suoi reportages su 40 edizioni del Festival di Sanremo) ed era il massimo per narrare le imprese degli eroi del calcio attraverso i microfoni di «Tutto il calcio minuto per minuto», quando il trionfo della Tv sul calcio era ancora lontano. La voce aveva preso quel timbro così roco e caratteristico dopo 14 ore consecutive di diretta sotto la pioggia, durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968. Era stimato da tutti Ciotti, compresi i fuoriclasse amanti dei silenzi stampa e quelli dalla vita disordinata. Quando Johan Cruijff, che ancora giocava, disse sì al progetto di film sulla sua vita calcistica pose solo una condizione: che la regia fosse affidata a Sandro Ciotti, «il miglior giornalista sportivo che ho mai conosciuto». Ne venne fuori «Il profeta del gol», gemma del genere filmistico-documentario. Per essere accanto a lui a Milano, in una puntata della Domenica Sportiva, Diego Maradona, che glielo aveva promesso, sfidò scioperi aerei, nebbia impenetrabile e limiti di velocità, e alla fine riuscì ad arrivare. Non era ancora l'epoca del gettone di presenza, al Pibe de Oro come ricompensa bastò essere lì accanto alla "voce" di «Tutto il calcio», il cantore di quando il calcio era ancora sentimento.