di GIAN LUIGI RONDI IL GURU, di Daisy von Scherler Mayer, con Heather Graham, Jimi Mistry, ...
Si comincia con un giovanotto indiano che vorrebbe diventare ballerino, ma, convinto che i divi stiano di casa solo in America, parte per New York tra la costernazione dei suoi saggi genitori. Presto però impara, come gli dice un connazionale emigrato prima di lui, che il «sogno americano» è quello che si sogna sempre ma non si realizza mai, così prima si riduce a fare il cameriere in un ristorante e poi, senza nemmeno immaginarsi dove sia andato a cacciarsi, il partner muto di una diva in un film porno. Naturalmente non ha successo, ma la diva, per metterlo a suo agio, gli dà alcuni consigli sull'eros che gli serviranno quando, in un ricevimento di ricchi snob, deve sostituire un guru convocato lì per tener lezioni di mistica orientale... Naturalmente, forte dell'insegnamento ricevuto, la butta sul sesso e ha presto un successo tale da far soldi a palate, diventando anche in Tv il più rinomato «guru del sesso» di New York. Però, per essere sempre all'altezza, ha continuato a farsi dar lezioni dalla pornodiva di cui, tacendole la sua vera attività, non ha tardato a innamorarsi, e lei di lui anche se l'attende un fidanzato irlandese, in apparenza irreprensibile, che ignora tutto della sua doppia vita nei film di porno... Equivoci, perciò, segreti di tutti che tutti nascondono ma, soprattutto, ad opera di una regista molto accorta, Daisy von Scherler Mayer, una satira che in qualche momento arriva fino alla parodia farsesca di certe manie suscitate in Occidente dagli orientalismi della cosiddetta new age, lasciando che vi si svolgano in mezzo tutte le più svariate vicissitudini di un provincialotto indiano finito tra le spire di una certa alta borghesia newyorchese, tutta fisime e infatuazioni. Mentre, puntando sul passato del protagonista come ballerino, e facendogli immaginare ad occhi aperti certi suoi sogni di gloria, si fa largo ricorso a quelle festose coreografie indiane che, tanto diffuse nel cinema in musica che si fa a Bombay, hanno fatto coniare di recente il termine di «Bollywood», commistione scoperta di due generi arcinoti sia in Oriente sia in Occidente. L'anglo-indiano Jimi Mistry, Heather Graham, Marisa Tomei sono i coloritissimi protagonisti.