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DELUDE LA FICTION DI RAIDUE

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«Cinecittà», poco cinema e tanto clima da soap opera

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Nonostante la presenza di un cast di tutto rispetto che include tra gli altri Barbara De Rossi e Giuliana Lojodice (nella foto), i luoghi comuni sui quali il racconto insiste sono ben evidenti. Si narra del sogno di una giovanissima che decide di andare via di casa, per arrivare alla cittadella del cinema romano da cui la fiction prende il titolo, con l'intenzione di entrare nel mondo dello spettacolo, del cinema in particolare e di fare l'attrice. Il target al quale il prodotto è rivolto dovrebbe essere quello giovanile. Ma come sempre accade, le problematiche dei giovani esposte in Tv non rappresentano mai i veri disagi della generazione a cui ci si rivolge. La necessità di sceneggiare la vita reale e di ispirarsi a dei canoni standardizzati di giovanilismo, fa scadere nella banalità ogni buona intenzione. Purtroppo neppure «Cinecittà» riesce a fare eccezione. Nonostante gli sforzi nel mantenere la storia sui toni della leggerezza e della commedia ispirata alla realtà, si indugia troppo sul sentimentalismo e la vicenda scade spesso nella retorica, con toni a metà strada tra quelli della soap opera e quelli di una sorta di reality show sceneggiato, al quale si aggiunge un erotismo nascosto. Il fine della fiction dovrebbe essere di coniugare i sogni giovanili alla rappresentazione della realtà quotidiana nella cittadella di Cinecittà, inserendo nel racconto le vicende private dei vari protagonisti, con incontri e sogni non sempre destinati a realizzarsi. Ma troppo poco corrisponde alla vita reale. E troppo poco della quotidianità lavorativa della cittadella del cinema riesce a filtrare dalla soap opera. Mar. Cat.

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