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Paolo Villaggio: «Quanto è dolce il peccato»

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Non riesco a non mangiare. Non è vero che ci si può liberare facilmente da questa dipendenza. È come un rito. Si mangia anche per ansia». Conosce l'ansia? «Penso che nel patrimonio genetico di ognuno di noi ci sia una predisposizione ad eccedere. Alcolisti si nasce. Tossicodipendenti si nasce e l'ansia la fa da leone». Settant'anni di successo, fama, popolarità e chili. È contento di se? «Sono sereno e soddisfatto. La mia vita finora è andata per il verso giusto. Ho superato tante difficoltà ma continuo a lavorare con tanto piacere. La mia famiglia mi ha aiutato tantissimo». Sulla sua coscienza pesano di più i suoi settant'anni o i suoi 100 chilogrammi? «I settant'anni sono un'età splendida specie quando si è lucidi. È il sovrappeso il mio vero cruccio. Mi pesano assolutamente di più i miei 104 chilogrammi». Ha paura della morte? «No. Ho paura di passare gli ultimi anni della mia vita privo di lucidità». Il ragionier Fantozzi le è stato sempre simpatico? «Come fa ad essere antipatico un personaggio che sono proprio io, la proiezione della parte più tormentata e più infelice di me?». Quante donne ha amato? «Chi ama veramente ama una sola donna per tutta la vita. Ho amato e amo ed amerò sempre mia moglie». Invecchiando le cose perdono il loro senso o ne acquistano uno nuovo? «Ne acquistano certamente uno nuovo. Il mio unico senso è di trovare la forza di perdere 25 chili». Il castigo è più dolce del peccato? «È più dolce il peccato soprattutto se è peccato di gola. Per il castigo c'è sempre tempo comunque».

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