di LORENZO INFANTINO C'È Hernando de Soto.
Il secondo gode anch'egli di una meritata fama internazionale. Ma i suoi scritti sono soprattutto noti agli addetti ai lavori. I «Nuevos Estudios de Economía Política» sono la sua più recente fatica. E seguono, fra le altre sue numerose pubblicazioni, gli «Estudios de Economía». Sono titoli, questo e quello, dichiaratamente hayekiani, che rendono già nette le coordinate teoriche dell'autore. Le rende anche inequivoche il fatto che gli scritti di Huerta appaiano per i tipi dell'Unión Editorial di Madrid, la casa editrice guidata con finezza e inesauribile energia da Juan Marcos de la Fuente, padre nobile della cultura liberale spagnola. Il volume di Huerta de Soto si misura con temi che motivano in vario modo l'interesse del lettore. Raggiungono tale risultato per il rilievo che essi hanno: sono problemi attuali come quelli dell'immigrazione e della crisi dello Stato assistenziale. E sono, in altri casi, questioni di fecondo spessore culturale: basti segnalare lo spazio che Huerta dedica al contributo della Scuola di Salamanca e al suo approccio di stampo soggettivistico alla teoria economica. E tuttavia l'argomento che fa da leit-motiv a tutta l'opera dello studioso spagnolo è quello del processo di mercato e della funzione imprenditoriale. E qui il lettore può trovare utile avvalersi dell'agile volume «La Scuola Austriaca. Mercato e creatività imprenditoriale», pubblicato in precedenza da Huerta e reso ora disponibile in italiano dall'editore Rubbettino. Il mercato è lo strumento attraverso cui, in un sistema di libertà di scelta, cerchiamo di realizzare i nostri piani individuali. Non è dato sapere in anticipo se un progetto troverà accoglimento da parte degli altri operatori. Una tale conoscenza ci è preclusa. Se ciascuno potesse conoscere in anticipo i piani degli altri, potrebbe adattare a questi i propri progetti. Ma ciò non è possibile. D'altra parte, il problema non può essere risolto ricorrendo alla conoscenza di quel che è stato fatto nel passato, giacché i piani individuali sono da ciascuno sottoposti a un processo di continua riformulazione. L'imprenditore è il soggetto che tenta di dare coordinamento a piani che, senza la sua opera, rimarrebbero irrealizzati. Egli deve perciò cercare di mobilitare informazioni che sfuggono agli altri. La mancata realizzazione di taluni piani non è infatti dovuta a un'ignoranza che gli operatori accettano per sottrarsi al costo necessario per l'acquisizione di una conoscenza aggiuntiva. L'informazione non è qualcosa che si «compra e si vende sul mercato come risultato di una decisione di massimizzazione». Ne deriva che lo scoordinamento dei piani è la conseguenza dell'incapacità di cogliere qualcosa che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, continua a sfuggire. L'intervento dell'imprenditore è basato su una lettura soggettiva e originale della situazione. Se tale "lettura" si trasforma da congettura in "scoperta", cioè in conoscenza, i piani trovano coordinamento. Come dire che la ricerca del modo attraverso cui rendere compatibili i progetti individuali è attività eminentemente creativa. Huerta de Soto evidenzia che «ogni mancato coordinamento dei piani porta con sé un'opportunità di guadagno». E questa, se non viene "scoperta" dall'iniziativa imprenditoriale, può costituire una potenzialità che va perduta.