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di GIAN LUIGI RONDI FOOD OF LOVE - IL VOLTAPAGINE, di Ventura Pons, con Juliet Stevenson, ...

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PAMELA è una mamma di mezza età che, affranta dalla decisione del marito di divorziare, parte in vacanza per Barcellona insieme con il figlio diciottenne, Paul, esasperandolo, data la solitudine di cui soffre, con una testarda possessività. Incapace, però, nonostante questo, di accorgersi che il figlio, aspirante musicista ma, per il momento, dedito solo a voltar le pagine degli spartiti ai solisti durante i concerti, si è fatto irretire da un pianista omosessuale americano legandosi a lui. Tornati a casa, i nodi verranno al pettine. Paul, diventato a sua volta omosessuale, rinuncerà alla musica per la quale si accorge di non essere votato, ma Pamela, che lo raggiungerà a New York dove si è stabilito, per vederci chiaro nella sua vita, troverà finalmente un suo equilibrio, anche nei rapporti con lui e non certo perché incapace di trovare soluzioni, è andata a frequentare una associazione di mamme di omosessuali (in America c'è anche questo...). Il solo pregio più significativo è il ritratto, abbastanza ben designato, di quella madre e della sua evoluzione psicologica. Il regista catalano Ventura Pons, affrontando per la prima volta un film in inglese, se l'è fatto suggerire dal romanzo di uno scrittore di New York, David Leavitt, considerando uno dei rappresentanti del minimalismo americano anni Ottanta. Prima c'è una donna affranta dal divorzio annunciato, poi una madre troppo sicura dei talenti del figlio, che all'inizio crede di vedere solo quelli, quindi, dopo le prime rivelazioni di qualcos'altro attorno, c'è il tentativo, riuscito, di riappropriarsi di un figlio, accettandolo. Il resto spesso sono quasi soltanto pagine morbose, personaggi equivoci, maldicenze fra omosessuali e qualche scorcio di Barcellona per turisti. Fra gli interpreti merita ricordo soprattutto Juliet Stevenson, la madre.

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